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Sculture e disegni al Castello di Spezzano

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Il Castello di Spezzano si sta confermando meta turistica, sia come tappa di una giornata trascorsa fra Galleria Ferrari, Salse di Nirano, Basilica della Beata Vergine del Castello di Fiorano, sia come meta per partecipare agli appuntamenti culturali. Martedì sera erano in tantissimi per inaugurare l’acetaia comunale e la restaurata torre pentagonale.

Da adesso in poi l’acetaia sarà accessibile durante la visita guidata che si svolge gratuitamente ogni domenica pomeriggio alle ore 17. Il Castello di Spezzano è aperto al pubblico nei pomeriggi di sabato e domenica, dalle ore 15 alle ore 19 con accesso libero al Museo della Ceramica, ai cicli pittorici della Sala della Vedute e della Galleria delle Battaglie e alle mostre temporanee. Ogni sabato, in omaggio ai visitatori, una delle pubblicazioni a disposizione presso il bookshop nell’iniziativa “Liberalibri”.
Sabato 14 giugno, alle ore 17, viene inaugurata la mostra “La ricerca della figura”, con le sculture e i disegni di Dario Tazzioli e Olivia Kim. La mostra rimane aperta al pubblico fino a domenica 27 luglio. (Eccezionalmente, chiusura il 21 e 28 giugno e il 19 luglio).


Dario Tazzioli, classe 1979, è originario di Frassinoro (Modena), un paese della Val Dragone, la località dove egli lavora. Adolescente, imparò a lavorare la pietra da scalpellini locali. Si è iscritto al corso di scultura dell’Accademia di Belle Arti di Carrara, dove ha approfondito lo studio del disegno, della modellazione in creta e soprattutto in marmo. Laureato col massimo dei voti nel 2002, ha allestito diverse mostre personali e partecipato a mostre collettive. Alcuni suoi lavori figurano, inoltre, in una collezione privata statunitense. Lavora i materiali lapidei esclusivamente con tecniche manuali, utilizzando strumenti in acciaio che ha imparato a forgiarsi autonomamente, mentre nel disegno utilizza le tecniche rinascimentali su carte che prepara con terre d ossidi da lui raccolti e macinati.
Il suo percorso artistico non si è posto,quindi, solo come ricerca dell’originalità ma come studio e come percorso volti ad acquisire la tecnica necessaria a dare forma alle proprie idee. itiene infatti che il modo migliore per essere originali, sia il non alzare di esserlo, a favore della spontaneità. L’originalità infatti, così come la genialità non sono scelte, ma si hanno innate e l’unico modo per migliorare la propria arte e nel contempo il più difficile, è quello di acquisire una tecnica. Quest’ultima invece di inibire la forza creativa al contrario la può fortificare, dando alle proprie mani gli strumenti per poter comunicare i propri sentimenti. Confrontarsi con la tecnica significa sicuramente confrontarsi con il passato, ma non per questo comporta precludersi al futuro. L’arte figurativa infatti, anziché essere proiettata solamente indietro, è ben lontana dall’essere esaurito il suo percorso.


Olivia Kim, classe 1979, vive a Rochester (New York). Si è laureate con lode in Belle Arti all’Alferd University di New York nel corso di scultura ceramica. Dal 2001 ha studiato per quattro anni presso l’Ateiler “The Florence Academy of Art” di Firenze. Dal 1996 partecipa a diverse mostre collettive fra lo stato di New York, Firenze e Dublino. Esegue le proprie opere con materiali come il bronzo, la terracotta, la ceramica, il legno, il gesso e pittura murale. a maggior parte del suo lavoro si concentra sullo studio della figura umana: l’anatomia, la psicologia e il viaggio interiore sono le tematiche principali a cui si ispira.
Recentemente si sta dedicando ad un nuovo soggetto: il movimento. Dopo infatti, un lungo percorso tecnico della modellazione della figura, utilizzando l’anatomia come base,sta studiando la dinamica del corpo i movimento. Ritiene infatti che ci siano molti fenomeni invisibili all’occhio e attraverso l’attenta osservazione di danzatrici, cantanti, atleti, pianisti, ecc.. intende mostrare quanto sia miracoloso il movimento dei ostri corpi. A partire dall’autunno del 2008, comincerà a studiare per un anno le tecniche di pittura ad olio presso la Florence Accademy of Art, con l’intenzione di sviluppare un senso di colore da applicare alle sculture.