La maggioranza degli imprenditori intervistati, il 54 per cento, afferma che la Responsabilità sociale dell’impresa è importante. Fra questi il 43 per cento dice che è “abbastanza” importante e l’11 per cento che è “molto” importante. E’ invece “poco” importante per un 35 per cento degli intervistati e per “nulla” importante per il restante 11 per cento.
Il settore più attivo è quello ceramico, seguito nell’ordine da quello meccanico e tessile; le grandi imprese sono le più avanzate anche se non mancano esempi di “eccellenza” fra le medie imprese. Gli ambiti più consolidati e praticati della Responsabilità sociale sono quelli relativi all’ambiente, alla qualità del lavoro, ai rapporti con la comunità. Mentre quelli meno praticati riguardano le aree nuove come la rendicontazione, i rapporti con i fornitori, la “corporate governance”, il marketing sociale, la finanza responsabile, la comunicazione.
E’ questa la fotografia che emerge dalla ricerca sulla Responsabilità sociale d’impresa presentata nei giorni scorsi in un convegno alla Camera di Commercio. L’indagine, promossa e realizzata da Focus Lab, con il contributo della Provincia e del Comune di Modena, ha riguardato i distretti industriali ceramico, tessile e meccanico. Si è basata su un campione (60 aziende) rappresentativo di imprese di grandi, medie e piccole dimensioni. Oltre alle interviste, sono stati svolti diversi focus group di valutazione con rappresentanti delle imprese dei tre settori, associazioni industriali, sindacati, associazioni di categoria e delle società civile.
I risultati della ricerca sono stati illustrati da Walter Sancassiani, direttore di Focus Lab. “Il tema della Responsabilità sociale di impresa – ha detto – è abbastanza nuovo e poco conosciuto per quanto riguarda gli aspetti formali, i contenuti, gli strumenti di applicazione e le possibili opportunità che offre. Ma le aziende locali hanno ancora una volta fatto leva sulla loro cultura del fare a prescindere dalla consapevolezza o conoscenza dei temi della Responsabilità sociale”. Infatti, i dati indicano che le imprese intervistate hanno promosso volontariamente azioni in 45 ambiti di intervento su 55 possibili. Questo attivismo sociale si è manifestato soprattutto nelle aree maggiormente e storicamente consolidate come cultura imprenditoriale (ambiente, qualità del lavoro, rapporti con la comunità); meno presente invece nei settori più innovativi in termini di gestione e trasparenza d’impresa.