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Mercato del lavoro: l’Osservatorio provinciale

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Sono quasi 54 mila gli avviamenti al lavoro registrati a Modena nei primi sei mesi del 2004, con un incremento del 9 per cento rispetto allo stesso periodo del 2003. Per quasi un terzo degli avviamenti (il 31,5 per cento) si tratta di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato, mentre gli interinali raggiungono il 14 per cento e i nuovi contratti previsti dalla riforma Biagi hanno una diffusione bassissima. Gli occupati sono 305 mila e il tasso di disoccupazione è al 3,2 per cento con poco più di 10 mila persone in cerca di un lavoro: quattro disoccupati su dieci si rivolgono ai Centri per l’impiego, tre alle agenzie private, ma tra i sistemi più diffusi ci sono le conoscenze familiari. Il 30 per cento di chi cerca lavoro vorrebbe un impiego part-time.


Sono i dati principali del Rapporto sul primo semestre 2004 dell’Osservatorio provinciale sul mercato del lavoro presentato venerdì 10 dicembre alla Commissione tripartita e agli altri organismi impegnati sui temi dell’occupazione.

“Sono indicazioni sicuramente positive, ma da valutare con grande cautela” commenta l’assessore provinciale al Lavoro Fabrizio Righi ricordando che, per esempio, “è ancora presto per un giudizio sugli effetti della legge Biagi, mentre è significativa la ripresa dei contratti e tempo indeterminato per un mercato del lavoro come quello modenese dove, comunque, ci sono oggi diversi elementi di flessibilità”.

“Trovo preoccupanti, invece, i segnali relativi al mondo giovanile con un tasso di disoccupazione che sfiora il 15 per cento – aggiunge l’assessore Righi – così come la situazione femminile: per le donne, infatti, oltre la metà degli avviamenti è a tempo determinato. E’ in questi ambiti probabilmente che la flessibilità sconfina troppo spesso nella precarietà”.

Il Rapporto contiene anche una proiezione delle forze di lavoro modenesi al 2009 e al 2014 che, utilizzando gli strumenti statistici e i dati demografici, mostra le conseguenze del progressivo invecchiamento della popolazione e stima l’apporto dell’immigrazione (comunicato n. 1245).

Il mercato in ripresa – I 54 mila avviamenti al lavoro registrati nei primi sei mesi del 2004 rappresentano un aumento della domanda di lavoro delle imprese al quale corrisponde anche un aumento dell’offerta di lavoro: la percezione di una minore ricchezza, infatti, spingerebbe più persone più famiglie alla ricerca di ulteriore reddito. Il tasso di disoccupazione al 3,2 per cento, comunque, pur in lieve ripresa, rimane al di sotto del livello regionale (3,4 per cento) e di quello di tutto il Nord est (3,8 per cento).

I settori che tirano – La maggioranza degli avviamenti è registrata nel settore dei servizi, in particolare per quello che riguarda il comparto trasporti, magazzinaggio e comunicazioni. Aumenti significativi sono stati registrati anche per istruzione, servizi alle famiglie e personale domiciliare. Dopo tre anni di andamento negativo, inoltre, nel primo semestre 2004 si inverte la tendenza del settore manifatturiero che, con 13.326 avviamenti, registra un più 13 per cento rispetto all’anno scorso.

I rapporti di lavoro – La quota di rapporti a tempo indeterminato torna a superare la quota del 30 per cento (31,5) con una crescita del part-time (7,8 per cento, quasi il doppio rispetto allo scorso anno). Cresce il part-time (8,3 per cento) anche nei rapporti a tempo determinato che rappresentano il 44,5 per cento degli avviamenti nel primo semestre 2004. Il lavoro interinale si attesta al 14 per cento dopo che l’anno scorso aveva toccato anche punte del 16 per cento. In calo anche l’apprendistato, sceso sotto al 10 per cento, e i rapporti di formazione e lavoro, allo 0,2 per cento, la stessa quota dei nuovi contratti di inserimento.

Le donne – Solo una donna su quattro tra gli avviamenti al lavoro del primo semestre 2004 ha ottenuto un contratto a tempo indeterminato, mentre per oltre la metà (51,5 per cento) si è trattato di tempo determinato. I dati sono più positivi rispetto al 2003 ma la differenza con i maschi è ancora molto alta: 36 per cento di indeterminato e 38,8 di determinato. Tra le donne è più alto l’utilizzo del part-time: il 26,7 per cento ha ottenuto contratti a tempo parziale.

Chi cerca lavoro – Dall’indagine campionaria emerge che a cercare lavoro a Modena nel luglio di quest’anno erano 8.600 disoccupati in senso stretto e 4.600 cosiddetti inattivi (non occupati ma non impegnati realmente a cercare un lavoro) ai quali si aggiungono 12.300 occupati che vorrebbero cambiare lavoro. Dei disoccupati sei su dieci sono donne e circa la metà è nella fascia 15-34 anni. Tra tutti i disoccupati, il 12,6 per cento ha una laurea, il 17,2 un diploma.

Che lavoro si cerca – I disoccupati cercano un lavoro dipendente (due su tre) e dichiarano di essere disposti ad accettare anche un rapporto a termine. L’orario preferito dal 32,1 per cento è quello a tempo parziale. Il part-time è richiesto anche da un occupato su quattro che vuole cambiare lavoro e da oltre il 36 per cento degli inattivi.

Come lo si cerca – Per quattro disoccupati su dieci il Centro per l’impiego rappresenta un punto di riferimento importante, ma il giro di conoscenze di amici e parenti è ancora lo strumento più utilizzato (55,5 per cento), insieme alle offerte di lavoro pubblicate dai giornali (53,1 per cento, mentre la metà invia anche inserzioni e annunci). Solo uno su quattro ricerca il lavoro su internet. Circa la metà di quelli che si rivolgono al Centro per l’impiego utilizza anche le agenzie private.