Silvio Orlando è Pasquale Lojacono, ‘anima in pena’ in ‘Questi fantasmi!‘ di Eduardo De Filippo, con la regia di Armando Pugliese, al Teatro Storchi, da domani, giovedì 9, a sabato 11 dicembre alle ore 21 e domenica 12, in doppia replica, alle ore 15.30 e alle 21.
Dopo aver affrontato con successo il repertorio farsesco della giovinezza di Eduardo con gli atti unici di Eduardo al Kursaal e il dittico di farse di Peppino Don Raffaele ‘o trumbone e Cupido scherza e spazza, l’attore napoletano prosegue il suo originale percorso nella tradizione dei De Filippo con un’opera della maturità, uno dei testi più importanti della drammaturgia del Novecento. Scritto nel 1946, subito dopo il durissimo affresco sociale di Napoli milionaria! (messo in scena nella scorsa stagione da Francesco Rosi, con Luca De Filippo), Questi fantasmi! è, al contrario, apparentemente lontano dall’attualità del suo tempo. Si apre come un vaudeville, sul classico triangolo borghese “isso, issa e ‘o malamente”, con tanto di amante nascosto nell’armadio. Pasquale Lojacono è un uomo tipicamente italiano, sempre alla ricerca di “una soluzione che gli permetta di vivere un po’ di vita tranquilla e di offrire qualche agio a sua moglie”, con la quale sente di non avere più comunicazione, sotto la spinta delle difficili condizioni economiche. Si trasferisce in un immenso appartamento di un palazzo seicentesco, che gli è ceduto in affitto gratuito perché smentisca le voci sui fantasmi che, secondo la diceria popolare, lo infestano. E una “presenza” nella casa c’è veramente: il facoltoso amante della moglie. Ma Pasquale si convince che sia un fantasma benigno, tanto più che comincia a trovare numerosi biglietti da mille nella giacca del pigiama. Un’improvvisa fonte di guadagno di cui non si domanda la provenienza e che gli permette di vivere finalmente al riparo dalla miseria. E qui la farsa si trasforma in qualcosa di più ed entra, con tutta l’umanità di Eduardo, nel vivo delle contraddizioni umane indagate dall’arte novecentesca. È veramente tanto ingenuo quest’uomo da non vedere? Oppure sa e finge di non sapere? Così si espresse Eduardo: “I fantasmi siamo noi, ridotti così dalla società che ci vuole ambigui, ci vuole lacerati, insieme bugiardi e sinceri, generosi e vili”. Una commedia dove si ride. E si continua a ridere anche quando si capisce che stiamo ridendo di noi stessi.
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