È Milano a guidare, per il nono anno consecutivo, la classifica del valore aggiunto prodotto dalle province italiane nel 2003. Molte le conferme nell’indagine condotta da Unioncamere e Istituto Guglielmo Tagliacarne, che verrà illustrata domani a Roma, dal presidente Carlo Sangalli, nel corso della 120a Assemblea di Unioncamere.
Italia in “bianco e nero” per ricchezza prodotta dalle province e graduatoria praticamente bloccata in testa e in coda da nove anni a questa parte. Molte le conferme, poche le sorprese nella classifica del valore aggiunto prodotto dalle province italiane nel 2003.
Per il nono anno consecutivo Milano si conferma la regina della
ricchezza nazionale, con un valore aggiunto pro-capite pari a 30.468 euro. Per incontrare
la prima provincia merdionale bisogna scorrere la classifica fino al 57° posto, occupato da
Isernia con 19.947 euro, che in nove anni ha scalato 16 posizioni. In coda Crotone,
ultima per l’ottavo anno su nove (dopo il breve scambio di posizione con Enna nel 2002),
con 11.518 euro pro-capite.
Tra le prime dieci province del 2003, nove lo erano già l’anno precedente e sette nel 1995.
Nell’ultimo anno solo Ravenna entra nella top-ten, passando dal 13° al 10° posto ai danni
di Reggio Emilia, che finisce al 14°. In nove anni, oltre a Ravenna, solo Firenze e Roma
hanno guadagnato l’accesso alla testa della classifica, mentre si allontana
progressivamente Vicenza, passata dal 9° posto del 1995 al 22° del 2003.
Classifica sostanzialmente bloccata anche sul fondo. Nelle ultime dieci posizioni del 2003 si
trovano le stesse province dell’anno precedente, con la sola eccezione dell’avvicendamento
tra Reggio Calabria, che abbandona la 95a posizione e raggiunge l’88a, e Palermo che
scivola dalla 93a alla 96a. Delle ultime dieci province del 2003, nove lo erano anche nel
1995, con l’unico avvicendamento tra Palermo, che entra tra le ultime dieci rimpiazzando
Trapani, che passa all’89° posto.
I principali risultati
Ponendo il valore aggiunto medio dell’intero Paese uguale a 100, la prima in assoluto fra le
province italiane sulla base del valore aggiunto per abitante è Milano, che con un indice
pari a 150,6 conferma il suo ruolo di capitale economica dell’Italia. Sempre nei primi dieci
posti si collocano altre 7 province dell’Italia centro-settentrionale (nell’ordine: Bolzano,
Bologna, Modena, Parma, Mantova, Aosta e Ravenna) e 2 della ripartizione centrale
(Firenze e Roma) fra loro accomunate, oltre che dalla vicinanza geografica, anche dalla
massiccia incidenza del terziario nell’economia locale.