Il Foro Boario di Modena accoglie, da oggi al 6 marzo, i capolavori dell’ ‘action
painting‘, ovvero la ‘pittura d’azione’ che diede una scossa al mondo artistico, in particolare fra gli anni Quaranta e Cinquanta del secolo appena trascorso.
La mostra ‘Action painting. Dal disegno all’opera, arte americana 1940 – 1970‘ è promossa dalla Fondazione Cassa di risparmio di Modena (ingresso e visite guidate sono gratuiti),
ed è realizzata in collaborazione con la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia.
Opere di Jackson Pollock, Franz Kline, Willem de Kooning, Arshile Gorky, oltre che di maestri dell’espressionismo astratto che influenzò l’arte del secondo dopoguerra, si riuniscono a Modena dai musei Guggenheim di tutto il mondo e da collezioni
private. Luca Massimo Barbero, associate curator del Guggenheim di Venezia, ha creato un suggestivo viaggio tematico, più che cronologico, lungo un centinaio di opere, fra tele e disegni.
L’allestimento, con una pavimentazione di assi di legno, vuole ricreare l’atmosfera degli studi degli artisti ed esaltare la potenza delle opere, spesso di eccezionali dimensioni. La definizione ‘action painting’ venne coniata dal critico Harold Rosenberg. In ogni quadro si riconosce un ‘gesto del dipingere’, che si esprimeva con varie tecniche: Pollock, per esempio, adottava il dripping, ovvero faceva gocciolare pittura dall’alto, mentre de Kooning si affidava a una sintesi di colori
di impronta espressionista, e Kline si caratterizzava per le veloci e potenti pennellate di nero su fondo bianco. “Era l’intera esperienza dell’artista che si concentrava su un gesto pittorico molto ‘fisico’ – spiega Barbero -. Tuttavia, noi affianchiamo ad alcune opere vari disegni che svelano come quel
gesto, in realtà, fosse tutt’altro che impulsivo, anzi venisse spesso pensato e ripensato, con una vera grammatica del segno e del colore”.
Il percorso di mostra si apre con una dozzina di opere di maestri delle avanguardie degli inizi del XX secolo (dal ‘Paesaggio con macchie rosse’ di Kandinsky a una ‘Composizione’ di Mondrian, da Klee a Matta, da Ernst a Helion), che
influenzarono le nuove generazioni americane. Quindi si passa a un nucleo di opere di Arshile Gorky, Hans Hofmann e Jackson Pollock, maestri dell’arte astratta, e ancora a de Kooning e
Kline. Uno spazio di assoluta sorpresa viene dedicato a due autori prolifici e originali, Adolph Gottlieb, creatore di paesaggi simbolici e sognanti (del quale sono proposte 13 opere che costituiscono un unicum mai presentato in Italia), e Sam Francis, un altro dei protagonisti della pittura gestuale americana. Si passa poi a opere rarissime su carta di David Smith, quindi alle ricerche sulla luce e sul tratto puntinato di Richard Pousette – Darti, e ad alcune creazioni di Conrad Marca
– Relli, fra cui ‘Morte di Jackson Pollock’, dedicata al suo fraterno amico e per la prima volta esposta al pubblico.
Nel novero degli artisti figurano anche tre donne, Grace Hartigan,Joan Mitchell e Lee Krasner, moglie di Pollock. Al termine del
percorso, dopo Baziotes e Guston, si trovano iconicamente due capolavori di Mark Rothko, e l’opera di Roberto Motherwell ‘Elegia per la Repubblica Spagnola n. 110’ del 1971. Tutta la
mostra, aggiunge il curatore, ‘è pensata, ancora una volta,come omaggio a Peggy Guggenheim’, che nella sua galleria Art of this century a New York seppe creare un ambito artistico favorevole alla creatività, nel quale si formarono tutti i
protagonisti esposti in mostra.