Le spese sanitarie non previste mettono in difficoltà le famiglie italiane. E’ quanto emerge dal secondo rapporto Ceis Sanità 2004 edito dalla Italpromo e curato dalla facoltà di economia dell’università Tor Vergata.
Per colpa di queste spese ben 342 mila famiglie italiane (1,74% del totale) sono cadute sotto la soglia di povertà dell’Istat (pari a 823 euro per una famiglia di due persone solo per le spese di assistenza) ed altre 501 mila famiglie (2,30 % del totale) hanno dovuto sostenere spese per la sanità così forti da incidere sui redditi familiari costringendo spesso ad attingere ai propri risparmi per curarsi.
I ricercatori del Ceis hanno riparametrato gli indici dell’Oms (Organizzazione mondiale della Sanità) utilizzando gli indici di povertà dell’Istat.
Nella classifica delle regioni interessate a questo fenomeno figurano la Sicilia con il 4,10 delle famiglie cadute temporaneamente in povertà per le spese sanitarie “private”, la Calabria (3,57%), Campania (3,39%). In fondo alla classifica ci sono invece Lombardia, Veneto e le Marche con circa l’1% delle famiglie attualmente sotto la soglia di povertà.
Tra i nuclei familiari figurano al primo posto quelli siciliani con il 4,79% delle famiglie seguito però dai nuclei familiari lombardi (2,74% delle famiglie) e al quarto posto i nuclei familiari dell’Emilia Romagna (2,68%).
Il rapporto Ceis ha redatto le previsioni di spesa per il Servizio sanitario nazionale sia per l’anno in corso che per i prossimi sei anni. Per il 2004 si evidenzia – nello studio – un disavanzo di 8,4 mld di euro che scenderebbero a 6,1 mld di euro nel 2005 grazie ai fondi annunciati nella Finanziaria stimati in 88,2 mld di euro per il comparto.