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Moglie o amante in azienda, meglio di no

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La moglie in ufficio? Meglio di no, potrebbe risentirne la produttività: così la pensano 7 manager su 10, e le cose non vanno meglio con le amanti, che pochissimi vorrebbero nella stanza accanto dell’ ufficio. L’unica donna ben tollerata sul luogo di lavoro è la segretaria-confidente. E’ quanto emerge da uno studio promosso dal mensile ‘Capital’ e realizzato intervistando 110 tra manager e imprenditori, tutti uomini naturalmente.


Ansia da controllo, problemi nei rapporti con colleghi e sottoposti, timore di essere giudicati e impossibilità di separare sfera privata e ambito professionale: queste le cause che fanno dire ‘no’ alla possibilità di lavorare con la propria moglie: per il 74% è a rischio addirittura la produttività dell’azienda. Non solo, condividere l’ufficio con la dolce metà e considerato un pericolo anche per la vita di coppia (55%).
Non va certo meglio per l’amante, ‘tollerata’ solo dal 9%, mentre ben l’87% di imprenditori e manager gradisce la presenza della segretaria-confidente, con cui non avere assolutamente nessun legame al di là di quello professionale.

E se proprio non fosse possibile tenere la dolce metà lontano dal posto di lavoro, allora arrivano le 10 regole d’oro per far sopravvivere la coppia e non far fallire l’azienda:
Primo: non nascondersi dietro al desiderio del quieto vivere, ma affrontare obiettivamente i problemi e le difficoltà.

Secondo: non chiudersi a riccio all’interno della coppia, pretendendo di essere intercambiabili: ognuno il suo ruolo, ma condivisione del progetto.

Terzo: complicità totale, cercare insomma di portare in ambito lavorativo i plus dell’essere una coppia.
Quarto: non portare a casa il lavoro; sicuramente la più difficile, ma fondamentale per la coppia e per lo stesso rapporto lavorativo.
Quinto: stabilire dei ruoli; no al fare tutto insieme, ognuno deve mettere a frutto le proprie inclinazioni e capacità.
Sesto: capire e far uso della solidarietà che deriva dal rapporto di coppia.
Settimo: almeno uno dei due deve avere nervi d’acciaio e una pazienza infinita.
Ottavo: rispetto del rapporto gerarchico.
Nono: condividere le passioni professionali.

Decimo: equilibrare la rispettiva presenza sulle decisioni ed essere complementari.

(Fonte: Ansa)