Una situazione dinamica, ma ancora
con ‘forti criticita’. E’ questo il quadro della comunicazione
pubblica in Italia che emerge dal ‘Rapporto sulla situazione e
le tendenze della comunicazione istituzionale in Italia’
presentato a Com-Pa, il Salone europeo della Comunicazione
Pubblica, dei Servizi al Cittadino e alle Imprese, in un
convegno cui ha partecipato Luigi Mazzella, ministro per la
Funzione Pubblica.
E’ stato il prof Giovanni Puglisi a consegnare al ministro
il rapporto, frutto di nove mesi di lavoro, alla cui stesura
hanno lavorato 40 esperti coordinati dal prof.Stefano Rolando
della Uilm sulla base dei dati forniti da oltre mille
amministrazioni pubbliche che hanno risposto ad un questionario
di cento domande. E’ la prima rilevazione di carattere generale
compiuta sull’insieme delle pubbliche amministrazioni italiane.
Lo stesso Rolando aveva nel 1995 svolto un primo rapporto sugli
sviluppi della comunicazione pubblica in Italia per il Cnel. Ma
si trattava di una situazione precedente all’introduzione di
internet e precedente all’applicazione della legge che regola le
attività di informazione e comunicazione nella Pubblica
amministrazione varata nel 2000. Da quell’anno si sono svolte
alcune indagini di verifica dello stato di attuazione della
normativa, ma mai una rilevazione a tutto campo circa funzioni e
prestazioni, ovvero analizzando problemi organizzativi, di
gestione delle risorse umane, tecnologiche e finanziarie,
capacità di gestire prodotti e servizi e corrispondenza alle
indicazioni della legge circa le attività di pianificazione.
Al questionario hanno risposto positivamente il 55% delle
amministrazioni. Lo stesso Ministro aveva annunciato a febbraio
il progetto di ricerca avviato accogliendo un progetto di
ricerca della Iulm dotato di finanziamento proprio (sostenuto da
un fondo della Fondazione Cariplo destinato ai temi dell’
innovazione) a cui il Dipartimento della Funzione pubblica ha
collaborato assicurando l’inoltro dei questionari e il primo
trattamento dei dati. Un network di quaranta esperti (in
rappresentanza di università italiane, di realtà istituzionali
e di realtà associative e professionali) ha poi provveduto a
commentare dati e tabelle in tre ambiti essenziali: il trend dei
processi organizzativi, la situazione delle prestazioni
(prodotti e servizi), i temi trasversali di fondo che legano
processi, prestazioni e contesti.
“Questo Rapporto mette in
evidenza che metà delle pubbliche amministrazioni si è andata
attrezzando per svolgere adeguati compiti di informazione,
comunicazione e relazione con le proprie utenze, pur
segnalandosi ancora un forte problema di adeguamento – ha
scritto Puglisi -. Si evidenza pure un dato importante di
operatività in atto che comporta manutenzione, ricerca,
formazione, adeguamento di schemi interpretativi, dal momento
che si tratta di un terreno assai delicato nel quale si gioca il
rapporto di servizio e di fiducia tra istituzioni e societa”.
Rolando, nel mettere in evidenza che l’indagine riferisce dati
di autopercezione da parte delle amministrazioni che meritano di
essere letti incrociandoli con altre indagini in corso sull’
opinione dei cittadini sui servizi, ha indicato alcuni elementi
di sintesi: “La legge ha compiuto la sua prima fase di
radicamento incidendo sull’ organizzazione di oltre il 50% della
P.A.; il 40% dispone di strumenti di analisi dei bisogni
dell’utenza segnale di una prima trasformazione culturale in
senso sociale; il 73,4% lamenta insufficienze di risorse
professionali e finanziarie; il 41,5% delle amministrazioni
riesce a coordinare l’insieme delle funzioni del settore;
internet è esperienza diffusa (il 7,8% dichiara estraneità)
mentre senza intranet si dichiara il 55,1%; l’urp-ufficio per le
relazioni con il pubblico è istituito nel 72.4%, mentre un
ufficio stampa effettivamente strutturato è esperienza del
48,1%; la pubblicità è esperienza che ha toccato il 36,2%;
metà del personale in attività è stato formato
specificatamente; una vera pianificazione della attività la
svolge solo il 20% delle amministrazioni; attività di ricerca
sulla comunicazione (prima e dopo) è esperienza costante del
3,7% e episodica del 21,3%.; nella comunicazione integrata due
terzi delle pubbliche amministrazioni dichiarano che c’é
prodotto ma non c’é progettualità”.