È uno dei capolavori assoluti di Molière e non a caso, una delle sue commedie più conosciute. La stagione 2004-2005 del Teatro Storchi si apre proprio con L’avaro, in scena da mercoledì 3 novembre a sabato 6 alle ore 21 e domenica 7 alle ore 15.30.
È un testo su cui si sono cimentati i grandi attori e i grandi registi del teatro mondiale. Ma sbaglierebbe chi pensasse che la messinscena di Gabriele Lavia, protagonista e regista dell’allestimento, sia semplicemente l’atto dovuto di un grande attore verso un’opera di repertorio. Trionfatore dell’edizione 2004 degli “Oscar del teatro italiano”, i Premi Olimpici, dove si è aggiudicato i premi come Miglior spettacolo e Miglior regia, questo è uno spettacolo assolutamente inusuale, forte, divertente e personale.
Tra le rovine surreali di un palazzo stipato di mobili accatastati, ideate dallo scenografo Carmelo Giammello, la commedia del vecchio tirchio diventa con Lavia la cerimonia ridicola e feroce dell’incapacità di accettare la morte.
A circondare il suo Arpagone infantile e tormentato è un girotondo parassitario di ciniche canaglie e frivoli ragazzini, non meno egoisti del padre: il servo astuto e beffardo Saetta (Marco Cavicchioli), il cuoco schizofrenico e meschino Mastro Giacomo (Gianni De Lellis), Cleante, il figlio dandy che non aspetta che la morte del padre (Lorenzo Lavia, figlio d’arte), la capricciosa figlia Elisa (Manuela Maletta).
Tutti si impegnano a turlupinare il vecchio in un balletto che ha al suo centro il furto della famosa cassetta del denaro, il grande amore dell’avaro, il simbolo della sua esistenza. Una lettura per nulla rassicurante che recupera tutta l’amarezza e la profondità da sempre riconosciute a Molière. Ma che non si trae indietro di fronte ai momenti più comici e persino farseschi, dando vita ad un meccanismo teatrale raffinato ed irresistibile, forte anche della bella traduzione che Cesare Garboli ha preparato apposta per lo spettacolo.
Per informazioni e prenotazioni tel. 059.206993, 059.2136021.