Dopo i casi segnalati la settimana scorsa nel reggiano, anche nel modenese, nei giorni scorsi, almeno 6 persone hanno dovuto ricorrere alle cure dei medici del Pronto Soccorso dell’ospedale di Pavullo dopo aver mangiato unghi raccolti nei boschi. Tutti presentavano i sintomi causati da una intossicazione gastrointestinale.
Per gli intossicati non c’é stato bisogno del ricovero, ma l’Ausl modenese ha ritenuto necessario richiamare l’attenzione sui possibili rischi connessi alla raccolta, a scopo alimentare, dei funghi.
I maggiori ‘incriminati’ in questo periodo, ricorda in una nota l’azienda sanitaria, sono due funghi tossici: l’Entoloma sinuatum (o Entoloma Livido – un bel fungo carnoso, che profuma di farina fresca ma che se consumato dà origine ad episodi di intossicazione acuta) e l’Omphalotus olearius (conosciuto anche come fungo dell’olivo – tossico, che cresce su legno, ma il cui colore giallo lo rende confondibile con il Cantharellus cibarius detto anche Gallinaccio o Finferlo).
noltre, ricordano i medici, non è difficile confondere l’Entoloma sinuatum con il Clitocybe nebularis (o Fungo delle nebbie) a sua volta considerato commestibile, ma che se consumato in dosi abbondanti può dare origine ad intossicazione per accumulo. In caso di dubbio l’Ausl raccomanda ‘vivamente’ di far controllare i funghi raccolti dagli Ispettorati micologici dell’Azienda, il cui servizio è gratuito.