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Sciopero spesa: scarsa adesione, ma tutti lamentano rincari

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Lo ‘sciopero della spesa’ non ha avuto il massimo della adesione, ma la protesta contro la crescita dei prezzi è sicuramente ampiamente condivisa dal cittadino-consumatore. Nei supermercati, nei mercatini, nei negozi, anche se non è possibile quantificare il calo che ha portato alle casse dei commercianti e della grande distribuzione, certamente ha suscitato consenso.

Un libro “bianco”, nel senso letterale, cioè che non c’è scritto nulla, per denunciare l’assoluto immobilismo del Governo nel contenimento di prezzi e tariffe, nel settore della concorrenza, della distribuzione commerciale, dei carburanti, dei premi r.c. auto, del costo delle locazioni, delle tariffe professionali, del costo di farmaci e cure sanitarie.
È quanto è stato recapitato oggi al Governo dalle associazioni dei Consumatori Indipendenti (Cittadinanzattiva, Confconsumatori, Movimento Consumatori, Movimento Difesa del cittadino, Unione Nazionale Consumatori), nell’ambito della giornata di mobilitazione sul problema del “carovita” (pur non aderendo allo sciopero della spesa).

Con l’aumento delle tasse locali (+4,09% nel 2002 rispetto al 2001 e del +3,4% nel 2003 rispetto al 2002), di interventi sul versante prezzi e tariffe se ne sarebbero potuti prendere in più settori. I dati Istat parlano chiaro: a fronte di una inflazione media, nel 2002, pari al 2,4%, e nel 2003 pari al 2,7%, le tariffe del trasporto locale sono aumentate, dal 2001 al 2003, dell’8,1% e nei primi otto mesi del 2004 di un ulteriore 5,4%.
Analogamente, i servizi sanitari e quelli di raccolta rifiuti, nello stesso periodo sono aumentati anch’essi del 7,8%, e di un ulteriore 3,3% da gennaio ad agosto del 2004; lotterie e scommesse +6,6% dal 2001 ad oggi.
E ancora, nei primi otto mesi dell’anno gli aumenti più significativi hanno riguardato, tra l’altro: sigarette italiane +12,5%; Trasporti aerei +8,1%; Sigarette estere +7,3%; Servizi bancari +6,3%; Servizi postali +5,9%; Acqua potabile +4,9%; Benzina +4,6%.