Caffè turco e americano e tè giapponese e magrebino saranno in vendita – rigorosamente a 50 centesimi la tazza – nei quattro stand che saranno allestiti sabato 18 e domenica 19 settembre, dalle 9 alle 21, in piazza Pomposa a Modena per la quarta edizione del Festival filosofia.
L’iniziativa, che si intitola ‘Caffè per tè‘, è organizzata dal Festival in collaborazione con l’Associazione Pomposa e l’assessorato comunale alle Politiche economiche e vedrà impegnati nella preparazione delle bevande giovani americani, turchi, giapponesi, marocchini e tunisini. Nello stesso week-end, via Taglio ospiterà un mercatino con varietà di caffè e di tè da tutto il mondo, ma anche tazzine, cucchiaini, caffettiere, teiere, servizi. Da venerdì 17 a domenica 19, dalle 14 alle 15.30, su alcune panchine di piazza Pomposa siederanno inoltre filosofi, mercanti d’arte, operatori sociali, cittadini extracomunitari, artisti, militari e homeless disponibili a raccontare la propria storia a quanti avranno la curiosità di sedersi al loro fianco.
“La panchina – spiegano gli organizzatori – ha infatti una dimensione ideale per costruire, seppur brevemente, un rapporto personale di narrazione e ascolto che sancisce la ricchezza del ricevere e del tramandare. Le personalità che si alterneranno su questi piccoli palcoscenici del mondo raccontano storie di vita e ritratti personali, i viaggi e le avventure che li hanno resi così come sono”. L’iniziativa, che si intitola “Parliamo del mondo: le panchine narranti”, è a cura dell’Associazione Artipici Cartesiani.
Nei tre giorni del Festival filosofia piazza Pomposa ospiterà anche molti altri appuntamenti. Il pubblico, per esempio, potrà visitare la mostra “Esercizi di stile”, che propone 22 interpretazioni del marchio del mondo realizzate da giovani grafici dell’Isia di Urbino guidati da Massimo Dolcini. Oppure assistere alle storie dei rifugiati proposte dal teatro reportage di Hidden Theatre o ascoltare le “Cosmicomiche” di Italo Calvino lette dall’attore Fabio De Luigi, approdato allo Zelig agli inizi degli anni Novanta, ma anche al teatro e a programmi radiofonici e televisivi come “Mai dire goal” e “Mai dire Maik” della Gialappa’s Band.
** Speciale Festivalfilosofia