Nuove speranze per la cura del tumore al polmone non a piccole cellule vengono da una ricerca tutta italiana, coordinata dall’Ospedale Bellaria, Azienda Usl di Bologna, insieme all’Istituto Scientifico San Raffaele di Milano e al Policlinico Monteluce di Perugia. La ricerca – ha reso noto l’Azienda Usl di Bologna – è stata pubblicata nei giorni scorsi dal ‘Journal Of The National Cancer Institute’, tra le riviste scientifiche più accreditate nella letteratura mondiale.
La ricerca, coordinata da Federico Cappuzzo, medico del dipartimento di Scienze oncologiche dell’ospedale Bellaria, ha consentito di identificare fattori biologici correlati alla sensibilità ad un nuovo farmaco (Gefitinib), oggi ancora in fase sperimentale e dunque non in commercio, che si è dimostrato particolarmente efficace in un determinato gruppo di pazienti affetti da carcinoma polmonare non a piccole cellule, che rappresenta ad oggi la principale causa di morte per cancro in Italia.
La ricerca, condotta su 106 pazienti, ha dimostrato una correlazione significativa tra l’efficacia del farmaco e l’attivazione di una proteina (Akt) che protegge le cellule tumorali impedendone la morte. Infatti, i pazienti che presentano un’attivazione della proteina Akt sono risultati più sensibili al trattamento con il farmaco, che si è rivelato invece inefficace in coloro che non presentavano l’attivazione della proteina. La ricerca ha consentito quindi di poter definire con maggior precisione quando e su quali pazienti questo farmaco ha effetto, o quando, al contrario, non influisce sul decorso della malattia.
La ricerca è però solo il primo passo di un progetto più ampio, che vede l’Azienda Usl di Bologna operare insieme al Colorado Cancer Center di Denver, Stati Uniti. Alcuni medici del dipartimento di Scienze oncologiche dell’ospedale Bellaria sono infatti da mesi impegnati in una ricerca nel Centro americano, nel tentativo di valutare in maniera più ampia e completa gli effetti del nuovo farmaco, per poter identificare con precisione quali pazienti possono davvero trarre beneficio dal suo impiego.
Queste iniziative – sottolinea l’azienda Usl bolognese – si inseriscono in un progetto di studio sul tumore del polmone in corso da anni presso l’Ospedale Bellaria nella Unità Operativa di Oncologia medica diretta da Lucio Crinò, in collaborazione con la Radioterapia diretta da Giampiero Frezza e la Chirurgia toracica diretta da Maurizio Boaron. Progetto che riceverà nuovo impulso grazie al contributo di 80.000 euro che l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro ha assegnato ad una ricerca triennale sulle terapie biologiche del tumore del polmone, che si svolgerà interamente presso l’azienda Usl di Bologna.
L’obiettivo è studiare le modalità di crescita specifiche del tumore polmonare e della trasmissione dei segnali per la proliferazione delle cellule tumorali, e dell’attività dei farmaci che inibiscono tale proliferazione.
(Fonte: Ansa)