Migliora il mare italiano, con valori di eccellenza soprattutto in Basilicata e, più distanziati, in Molise e Sardegna. Rispetto allo scorso anno, rivela il rapporto 2004 di Goletta Verde di Legambiente sulla qualità delle acque di balneazione e non solo, il mare risulta essere più pulito nel 92% dei casi, contro il 74% del 2003.
Il monitoraggio, ha spiegato il presidente nazionale di Legambiente, Roberto Della Seta, ”ha evidenziato il risultato migliore da 18 anni a questa parte”.
Il rapporto 2004 di Goletta Verde assegna quindi la palma al mare più pulito alla Basilicata, che vede assegnarsi un voto pari a 9, seguita da Molise (7,6) e Sardegna (7,3). In ogni caso, sottolinea Goletta Verde, Basilicata e Molise, con una estensione costiera pari rispettivamente a 62 e 35,4 chilometri, rappresentano solo l’1,5% dell’estensione complessiva del numero di chilometri di coste italiane.
In ogni caso, ha affermato Della Seta, ”se bastasse un mare privo di batteri per trasformare le località balneari in luoghi ambientalmente e paesaggisticamente attraenti e sostenibili, quest’anno avremmo una lunga serie di paradisi delle vacanze”. Al buon esito della ricerca ha tuttavia contribuito, secondo Della Seta, ”un’estate più piovosa, che ha diluito maggiormente gli scarichi portati dai fiumi, e anche la temperatura del mare, complice una stagione molto meno calda della precedente, che ha favorito le capacità autodepurative dei flutti”.
La Basilicata, così come il Molise, fa segnare un relativamente basso numero di illegalità lungo le coste, una percentuale del 13% di scarichi non depurati e un livello di erosione dei litorali sabbiosi moderato. Per quanto riguarda la Sardegna, che in termini complessivi ha fatto registrare un risultato considerevole, Legambiente sottolinea la presenza di un 9% di acque leggermente inquinate, frutto con ogni probabilità di quel 30% circa di reflui fognari non depurati e un fiorire di abusi e speculazioni edilizie che si affacciano qua e là lungo le coste.
Voto decisamente oltre la sufficienza anche per Friuli-Venezia Giulia (7,2) e Marche (7) entrambe caratterizzate da un 100% di acque pulite e con qualche problema per quanto concerne l’illegalità e la depurazione. Appena sopra la sufficienza, invece, l’Abruzzo (con un 15% di acque leggermente inquinate), la Liguria (con un alto rischio di erosione), la Toscana (9% di campioni non in regola) e il Veneto (6,5 illeciti per chilometro di costa, record superato solo dalla Campania).
Bocciatura netta, infine, per Puglia, Emilia-Romagna, Lazio, Campania, Calabria e Sicilia. Queste sei regioni – sottolinea lo studio di Goletta Verde, realizzato in partnership con Vodafone Italia – da sole assommano la metà dell’intero sviluppo costiero italiano, cioè oltre quattro mila chilometri.
La Calabria (voto 4,5) è caratterizzata dal maggior numero di coste contaminate da batteri (15%), il Lazio (5,4) dal numero più alto di costruzioni fuorilegge sul demanio marittimo (solo nel 2003 sono state 1.069), la Sicilia (4,4) è la regione con la percentuale più alta di scarichi non depurati (62%), la Campania (4,9) è allo stato attuale la patria dell’illegalità lungo le coste (6,69 illeciti per chilometro di litorale). L’Emilia-Romagna (5,1) evidenzia invece un’erosione costiera molto alta, mentre la Puglia (5,8) ha una depurazione mediocre e un abusivismo sempre molto attivo.
Inoltre, Goletta Verde di Legambiente assegna una bandiera nera al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. E questo perchè, ha spiegato Della Seta, ”non solo ha varato il terzo condono edilizio del nostro Paese, ma ha anche realizzato illegittimamente una lunga serie di lavori nella sua residenza privata di Villa Certosa”.
Soddisfazione infine dal ministero dell’ Ambiente. Il responsabile della direzione protezione natura del dicastero, Oliviero Montanaro, si dice ”soddisfatto della collaborazione con Goletta Verde, soprattutto perchè lo studio non rappresenta un rito annuale – ha sottolineato – ma un laboratorio utile alla conoscenza dell’ambiente”. Il ministero, ha concluso, ”svolge un ruolo primario sui buoni risultati archiviati quest’anno dallo studio di Legambiente, anche perchè lavora per la tutela del territorio”.