Continua la crisi dell’artigianato e della piccola impresa dell’Emilia-Romagna. Nel primo semestre dell’anno, rispetto agli ultimi sei mesi del 2003, calano ordini (-2,7%) e fatturato (-1,3%), mentre continua l’aumento dei prezzi delle forniture di beni e servizi alle imprese (+9,9%). Gli andamenti negativi non sembrano però riflettersi sull’occupazione, che cresce del 2,1%. Il settore maggiormente colpito è quello del tessile abbigliamento, ormai in crisi strutturale.
E’ quanto emerge dalla 2a indagine congiunturale sull’artigianato e la piccola impresa, condotta da Confartigianato-Federimpresa, che ha coinvolto un campione di oltre 900 imprese della regione con meno di 20 dipendenti, una realtà che, secondo l’Istat, rappresenta il 98,2% del totale delle aziende italiane.
Gli indicatori analizzati sono stati fatturato, ordini, occupazione e investimenti prendendo in considerazione quattro settori tipici: produzione, edilizia/costruzioni, servizi alle imprese e servizi alla persona.
La prima indagine, pubblicata all’inizio dell’anno, lasciava intravedere segnali di ripresa, ma i dati presentati dal presidente regionale di Confartigianato, Giampaolo Palazzi, dimostrano che le speranze non sono state confermate.
Oltre al calo di ordini e fatturato, rallentano anche gli investimenti che, secondo il segretario regionale di Confartigianato, Gianfranco Ragonesi “sono orientati soprattutto verso l’immobile e non in macchinari sofisticati e moderni che favoriscano l’innovazione”. In controtendenza il dato sull’occupazione che, nonostante la crisi, cresce del 2,1%.”