Alle 20.45 allo stadio Da Luz di Lisbona va in scena l’atto finale di Euro 2004: la finale tra Portogallo e Grecia. Fuori dai pronostici della vigilia, le due squadre hanno stupito tutti e sono arrivate fino in fondo.
Dopo la partita di esordio in cui gli ellenici sconfissero a sorpresa i padroni di casa, il torneo si chiude riproponendo la stessa sfida. Sulla carta il Portogallo è superiore, ma è una finale, e il pronostico è impossibile. La fantasia, l’imprevedibilità, la classe, contro l’organizzazione, il tatticismo e il possesso palla: questi gli ingredienti della finale europea di Lisbona.
I lusitani di Scolari puntano sull’estro e la qualità delle sue stelle, gli ellenici di Rehhagel si affidano alla quadratura del cerchio, alla compattezza di squadra. La partita di esordio aveva mostrato un Portogallo senza idee, scioltosi contro una Grecia a cui è bastato svolgere il suo compitino per avere ragione dei padroni di casa. Nessuno però avrebbe mai pensato che la stesse squadre sarebbero arrivate fino in fondo al torneo: ma il Portogallo ha saputo riorganizzarsi e iniziare una cavalcata vincente, la Grecia ha fatto della costanza la sua forza.
Alla vigilia Scolari ha fatto i complimenti ai greci (‘Noi e loro meritiamo la finale, spero sia una festa per tutti’), ricambiati da Rehhagel, che spiega: ‘Abbiamo fatto un grande torneo, ma i favoriti sono loro, giocano davanti al loro pubblico, anche se noi non abbiamo nulla da perdere’.