Nel 2002 in Emilia-Romagna ci sono
stati oltre 35mila parti. Gravidanze controllate quelle delle donne in Emilia-Romagna: oltre la media per numero di visite, ecografie e amniocentesi. Per quest’ultimo aspetto l’Emilia- Romagna e’ al terzo posto in Italia.
Ma c’e’ un campanello
d’allarme: la percentuale delle donne che dichiara di non aver eseguito visite e’ sopra la media nazionale. Un dato da imputare anche alla forte presenza di donne extracomunitarie. Ed e’ allarme cesarei: ogni cento parti avvenuti negli ospedali (nel 2000, fonte ministero della Salute) 27,9 sono stati eseguiti con il cesareo (media nazionale 30,8), e ogni cento parti nelle strutture private accreditate ben 41,6 hanno visto l’intervento del bisturi (media nazionale 50,7), mentre nelle strutture private non accreditate i cesarei sono arrivati al 73% (media nazionale 51). Ma il ministero e l’Oms raccomandano di non superare il tetto del 15-20%.
Di nascita e di ‘allarme cesarei’, in Italia e in Emilia- Romagna, si e’ parlato in occasione dell’80/o Congresso della Societa’ Italiana di Ginecologia e Ostetricia in corso a Genova, con la presidenza dei professori Emilio Imparato e Nicola Ragni.
La nascita e’ al centro dei lavori che si occupano, ovviamente, della salute della donna.
Dal Ministero della Salute esce, secondo i dati riferiti al convegno, la prima ‘fotografia’ del percorso nascita in Emilia- Romagna, dalla gravidanza al parto. Una fotografia che emerge dal CeDap (Certificato di assistenza al parto) entrato in vigore nel 2001 e che delinea la situazione italiana, regione per regione. Il CeDap ha monitorizzato il 70% dei parti avvenuti in Italia nel 2002 e l’86,92% di quelli dell’Emilia-Romagna, dove nel 2002 si sono registrati oltre 35.000 parti (secondo le dimissioni ospedaliere), dei quali oltre 30 mila sono stati ‘fotografati’ dal CeDap.
Sul totale dei parti, l’87% delle donne aveva effettuato oltre 4 visite (contro la media nazionale del 64,4%), l’11,8% tra una e quattro (media nazionale 16,5) e l’1,2% nessuna visita (media nazionale 0,9). Per quanto riguarda la diagnosi prenatale, l’ecografia e’ ai primi posti tra le indagini adottate, in Italia e in Emilia-Romagna. Il Ministero della salute ne consiglia tre nell’arco della gravidanza. La media in Emilia-Romagna e’ di 4,87 (quella nazionale del 4,51): nel 27,7% dei casi la donna ne ha eseguite tra una e tre (media naz.21,1);
nel 68,6% dei casi oltre tre (media naz.57,4). Amniocentesi: in totale nel 2002 in Emilia-Romagna sono state effettuate 27,48 amniocentesi ogni cento parti (la media nazionale e’ del 15,46), e l’Emilia-Romagna e’ al terzo posto in Italia dopo la Valle d’Aosta (47,55) e la Toscana (31,22). Il picco e’ tra i 40-49 anni con il 60,65%( media naz.45,02); la percentuale piu’ bassa sotto i vent’anni (2,08).
Mamme italiane, ma non solo. L’86,1% delle partorienti in Emilia-Romagna e’ italiana (la media nazionale e’ dell’ 89,8), seguita dalle donne africane (4,8), da quelle dell’Europa dell’Est (3,9), dalle asiatiche (2,4) e poi dalle donne di altre nazionalita’. Le donne in Emilia-Romagna preferiscono la struttura pubblica, l’ ha scelta il 97,51% per partorire (la media nazionale e’ dell’87,12), contro il 2,29 di chi ha scelto la casa di cura privata accreditata. Solo lo 0,15 dei parti e’ avvenuto a domicilio (contro la media nazionale dello 0,37). La cicogna e’ arrivata in provetta nello 0,9 per cento dei parti in regione: il 47,3% di questi parti dopo gravidanze medicalmente assistite e’ avvenuto in maniera spontanea e il 50,5 con cesareo. Nel 2002 in Emilia-Romagna, sempre secondo i dati raccolti dal CeDap che sono solo una porzione della realta’ nazionale e regionale, sono nati vivi 30.961 bambini. Il tasso di ‘natimortalita” e’ in Emilia- Romagna del 2,74 (media nazionale 3,02).