29 ordinanze di custodia cautelare e 12 sequestri di patrimoni sociali in 13 province di otto regioni: Calabria, Sicilia, Marche, Lazio, Lombardia, Campania, Puglia ed Emilia Romagna. Coinvolti anche tre impiegati del tribunale di Agrigento e uno del tribunale di Roma.
Per tutti, associazione per delinquere finalizzata alla truffa e a altri reati per l’ottenimento di prestiti ed affidamenti bancari. Per tre degli arrestati c’è l’aggravante delle modalità mafiose.
Le indagini che hanno portato agli arresti si sono protratte per circa 2 anni. Originariamente nell’inchiesta erano indagate, complessivamente, 235 persone.
Secondo quanto si è appreso, nell’organizzazione erano coinvolte alcune cosche della ‘ndrangheta. Il centro operativa Dia di Reggio Calabria, che conduce le indagini, sta eseguendo anche il sequestro dei patrimoni di 12 imprese e aziende che sarebbero state utilizzate per compiere la truffa.