‘Il controllo del tabacco e la poverta” è il tema della giornata senza fumo che si celebra oggi in tutto il mondo. L’argomento è stato scelto dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che promuove l’iniziativa, sulla base di alcune considerazioni.
Innanzitutto, parecchi studi e ricerche – rileva l’Oms in un comunicato – mostrano che la coltivazione e il consumo del tabacco fa aumentare la povertà, esaurisce le risorse nazionali e causa 5 milioni di morti prevedibili ogni anno. L’uso del tabacco, calato negli ultimi anni in molti Paesi ad alto reddito, è invece aumentato, soprattutto fra gli uomini, nei Paesi con basso e medio reddito: quali il 60% dei 5.700 miliardi di sigarette fumate ogni anno e il 75% di chi fa uso di tabacco si trova nei Paesi in via di sviluppo.
E i soldi che le famiglie povere spendono per i prodotti del tabacco – 4-5% di tutto il loro reddito disponibile – vengono sottratti a consumi e alimenti di base. Tanto per fare un esempio, se due terzi dei soldi spesi sulle sigarette in Bangladesh fosse speso per il cibo, si potrebbero salvare – sostiene l’Oms – più di 10 milioni di persone dalla malnutrizione. Senza contare – fa notare – che la coltivazione del tabacco nuoce all’ambiente (impoverimento del terreno, inquinamento per l’uso di antiparassitari, disboscamento) e coinvolge, in molti paesi produttori, manodopera minorile. Insomma, ce n’é abbastanza, secondo l’organizzazione mondiale della sanità, per correre ai ripari.
