L’aumento dei controlli sull’attività estrattiva nel modenese ha prodotto un sostanziale miglioramento della situazione, favorendo un progressivo adeguamento delle ditte al rispetto della normativa, peraltro estremamente severa vista la delicatezza dal punto di vista ambientale di questa attività.
E’ quanto emerge dal rapporto 2003 dell’ufficio controlli cave intercomunale della Provincia di Modena che opera anche per conto dei 16 Comuni modenesi dove sono presenti la maggior parte dei poli estrattivi. Ogni cava, si sottolinea nel rapporto, viene controllata mediamente da un minimo di sei ad un massimo di dieci volte in un anno. Nel 2003, infatti, sono stati eseguiti circa 500 sopralluoghi in 56 cave e 34 frantoi.
Scoperte anche alcune gravi irregolarità a Castelfranco e Spilamberto, dove in due cave si è scavato ad una profondità superiore a quella consentita. I tecnici provinciali hanno bloccato immediatamente i lavori, mentre i Comuni hanno emesso le sanzioni amministrative previste dalla legge.
Le sanzioni di competenza della Provincia sono state circa una trentina ed hanno riguardato soprattutto aspetti gestionali ed amministrativi, come la incompletezza della cartellonistica o la scarsa manutenzione delle recinzioni di cava.
I controlli sono di due tipi: quelli di polizia mineraria, di stretta competenza provinciale, mirati soprattutto alla sicurezza in cava dei versanti e degli operatori, e quelli dedicati alle verifiche sul rispetto dei piani di escavazione a supporto dei controlli comunali.
Durante i sopralluoghi viene accertata l’applicazione delle disposizioni contenute nella autorizzazione e nella convenzione, vengono eseguite misurazioni di verifica dell’area di cava e della profondità raggiunta durante i lavori, viene monitorato lo stato di avanzamento dell’estrazione dei materiali utili, quali ghiaie, argille o pietre da taglio e la conseguente attuazione delle opere di ripristino ambientale delle aree estrattive esaurite, obbligatorie per legge.
Al termine del sopralluogo viene comunicato verbalmente l’esito del controllo al responsabile di cava o di frantoio mentre ai Comuni vengono inviate le relazioni sul sopralluogo con le eventuali problematiche emerse e le relative disposizioni per far adeguare l’attività.