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F1: Schumi, accetto decisione commissari

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Lì per lì l’ha presa male. Poi, a freddo, ha fatto buon viso a cattivo gioco a si è rassegnato a utilizzare la parola “stupido”. Riferita un pò a Montoya, un pò al tipo di incidente che gli è costato se non la vittoria, quantomeno il secondo posto.

così Michael Schumacher ha commentato il suo gran premio di Monaco, e in particolare il momento chiave del suo gran premio. Era il 46/o giro e lui stava procedendo dietro alla safety car quando, dentro al tunnel di Monaco, si è visto arrivare addosso la Bmw-Williams di Montoya. Il suo Gp di Monaco è finito lì. “Sì, e devo dire che sul momento ero davvero molto arrabbiato con Juan Pablo. Perché è normale quando si è dietro la safety car procedere a zig zag, frenando, per scaldare gomme e freni. Invece lui…. Pazienza, è andata così”. Sei ancora arrabbiato? “Un pò”. Ma perché Juan Pablo ce l’ha con te? “Non me lo so spiegare. E vi garantisco che non è facile accettare di essere in testa a un gran premio e veder finire la gara a causa di un doppiato. Ma io che dovevo fare? Mica potevo tamponare la safety car!”. Schumacher, e con lui tutta la Ferrari, hanno comunque tenuto a fare i complimenti a Trulli, “perché ha meritato di vincere”. “Non credo che sarei riuscito a superarlo anche se fossi rimasto in gara – ha detto Schumi -. Ma sono deluso. Per un problema stupido, per uno stupido incidente come quello sono stato costretto al ritiro. Potevo prendere 8 punti importanti, invece torno a casa senza niente”. “Peccato – ha aggiunto – perché sono convinto che se avessi avuto qualcun altro alle spalle, di certo sarebbe stato in grado di evitarmi”. Juan Pablo no, chissà perché. “Vorrei saperlo anch’io. Però è anche vero che incidenti del genere possono capitare. Diciamo che è tutto stupido quanto è avvenuto. Ma ora pensiamo al Nuerburgring. Per fortuna viene solo tra una settimana”. Nessuna polemica diretta in casa Ferrari, dunque, anche se resta l’amarezza di lasciare Monaco con un risultato diverso da quello che era nel potenziale.

“Riconosco che nessuna delle due macchine ha raggiunto il livello di prestazione che ci aspettavamo – ha precisato il direttore tecnico, Ross Brawn – perché anche Rubens ha avuto molti problemi. Però quando si è verificato l’incidente, Michael era in testa e aveva buone possibilità di lottare per il successo”. Brawn, maestro di strategia, ha spiegato che se non ci fosse stato l’incidente che ha compromesso tutto, questa avrebbe dovuto essere la tattica Ferrari: “Avevamo deciso di lasciare entrambi i piloti in pista con la safety car perché avevamo molta benzina a bordo. Una volta uscita, Michael avrebbe potuto fare dei giri veloci con la pista libera davanti a sé e accumulare un vantaggio sufficiente su Trulli al punto di giocarsi poi tutto al secondo pit stop”. Trulli infatti avrebbe potuto avere problemi per superare i doppiati (Montoya, ndr), e Schumacher poteva se non altro provarci e giocarsi la vittoria. L’incidente invece ha rovinato ogni piano. “La giuria ha dichiarato che si tratta di un incidente di gara e noi rispettiamo questa decisione – ha precisato il direttore generale, Jean Todt – certo siamo delusi per come sono andate le cose”.

Anche perché la Ferrari di Barrichello, nonostante il terzo posto, non è stata all’altezza delle sue possibilità: “Appena acceleravo sentivo che il fondo della macchina toccava l’asfalto – ha riferito il brasiliano, visibilmente deluso anche perché sperava di festeggiare in modo diverso il suo compleanno – e così ero costretto a girare piano. Spesso la macchina era storta, ma non so spiegarmi perché. Forse si era rotto qualcosa. Ma oggi è un regalo del Signore essere arrivato terzo, per me oggi non era possibile fare più di così. Non posso nemmeno dire di aver sudato. Aver portato la macchina al traguardo è già un gran risultato”. Obiettivo raggiunto per lui, terzo posto e 6 punti comunque importanti nell’economia mondiale. Ma non è certo il livello a cui puntano le rosse. “No – ha ammesso Brawn – no”.