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Sicurezza a Sassuolo: dati oggettivi stabili

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I dati oggettivi sui reati commessi a Sassuolo, presentati questa mattina dal Dirigente del Commissariato, Francesco Panetta, e dal Comandante dei Carabinieri, Domenico Troiani, si mostrano a livello quantitativo più o meno equivalenti agli anni precedenti, ma ne cambia in modo importante la composizione.

Calano sensibilmente le rapine rispetto al 2003 (da 29 a 20) a dimostrazione che le azioni repressive e le indagini che hanno portato in molti casi all’individuazione degli autori, hanno avuto effetto. In particolare azioni importanti hanno avuto effetto sul numero di colpi a banche e uffici postali. Calano anche i reati per droga e violenza sessuale. Minor numero anche di furti in appartamento, in controtendenza con il dato provinciale.

In grande aumento le denunce per truffe (da 20 a quasi 200 in un anno), dato che si spiega con la nuova possibilità di denunciare a mezzo Internet o numero verde le truffe telefoniche e telematiche ottenendo rimborsi, che hanno indotto molti cittadini a segnalare i loro casi. Con le maggiori sicurezze garantite nel frattempo dalle compagnie di telefonia e Internet il dato tenderà a calare nuovamente.

I dirigenti delle forze dell’ordine hanno segnalato un impegno particolare e continuo sul quartiere Braida, “dove il coordinamento fra forze ha permesso interventi complessi quali le perquisizioni per blocchi di edifici, in via straordinaria. Sul quartiere abbiamo messo grande impegno, come del resto richiesto anche dal Prefetto nel 2003”.

Infine, cambia e migliora la percezione di sicurezza dei sassolesi, secondo l’indagine statistica della Polizia municipale. I vigili risultano maggiormente rispettati, l’attività del vigile di zona viene riconosciuta come positiva, l’idea di sicurezza si sposta verso una concezione ‘sociale’ (sicurezza del posto di lavoro, della tranquillità economica) da quella che pochi anni fa era principalmente legata agli episodi di criminalità. Il problema principale per la sicurezza, per i cittadini, resta la microcriminalità, individuata però dal 27 per cento (contro il 40 del 2002) mentre come secondo problema entra nell’elenco la minaccia di guerra.