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Modena: cresce assistenza integrata con i medici

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Nel 2003 sono stati circa diecimila i casi di assistenza domiciliare in provincia di Modena che hanno visto il coinvolgimento dei medici di medicina generale, con un aumento costante negli ultimi quattro anni (nel 2000 erano poco più di 7 mila) e, soprattutto, senza liste di attesa o domande inevase.

Lo ha ricordato l’assessore provinciale alle Politiche sociali Giorgio Razzoli rispondendo nei giorni scorsi a un’interrogazione del capogruppo della Margherita Mauro Cavazzuti.

Sono aumentati nel corso degli anni anche i casi specifici di assistenza dei malati oncologici con la modalità del cosiddetto Nodo (Nuclei organizzativi domiciliari oncologici), passando dai 971 del 2000 ai circa 1200 del 2003 (il dato non è ancora definitivo), che prevede un lavoro integrato tra medici e infermieri, ma anche un ruolo molto attivo del volontariato.

“La copertura territoriale – ha spiegato Razzoli – è garantita dal coinvolgimento di oltre l’80 per cento dei medici di medicina generale per molti dei quali, adeguatamente formati negli ultimi anni grazie all’intervento dell’Azienda Usl, l’esperienza del Nodo è stata la prima occasione di lavoro in équipe. L’iniziativa permette di garantire continuità di cura e di assistenza del paziente e della famiglia, dalla fase di avvio, fino ai momenti di crisi e alle fasi drammatiche del lutto e della sua elaborazione. Un équipe estranea all’ambiente familiare – ha aggiunto Razzoli – avrebbe molte più difficoltà ad affrontare questi aspetti psicologici così delicati”.

Il medico di medicina generale nell’ambito del Nodo esercita il suo ruolo di responsabile terapeutico già inserito in una rete di supporti che vanno dagli specialisti, all’accesso al laboratorio e a esami strumentali, fino alle dimissioni protette.