Lo sviluppo delle ferrovie locali modenesi alla fine dell’Ottocento. E’ questa la vicenda storica raccontata in un volume dal titolo ‘Territori modenesi e ferrovie locali‘ che viene presentato questo pomeriggio alle 17.00 in un incontro pubblico nella sede delle raccolte fotografiche modenesi ‘Giuseppe Panini’, in via Giardini 160.
Intervengono Graziano Pattuzzi, presidente della Provincia di Modena, Andrea Casagrande, assessore provinciale ai Trasporti, Anna Donati della commissione Lavori pubblici del Senato, Giancarlo Paba dell’Università di Firenze e gli autori della ricerca.
Prodotto dalla Provincia di Modena, utilizzando in gran parte materiale proveniente dall’archivio storico dell’ente, il volume analizza le vicende connesse con l’arrivo della ferrovia nel modenese, quando tra il 1880 e il 1890 furono inaugurate le linee Sassuolo-Modena-Mirandola-Finale Emilia a scartamento ridotto che nel 1886 fu utilizzata da quasi 250 mila modenesi, la Modena–Vignola sul cui tracciato ora scorre una pista ciclabile, la Spilamberto-Bazzano, la Castelfranco-Bazzano e la tranvia Modena-Maranello, inaugurata nel 1893. Un capitolo particolare viene dedicato ai lavori del collegamento su rotaia tra Modena e Pavullo, mai terminati a causa della prima guerra mondiale.
Nel volume vengono raccontate anche le tappe principali della trasformazione del trasporto pubblico nel modenese: l’acquisto di obbligazioni con le Province di Modena, Mantova e Verona per costruire la ferrovia Modena-Mantova, le convenzioni con le Società anonime per costruire e gestire le linee ferroviarie locali nell’Ottocento, l’unificazione della rete nel 1917, la pubblicizzazione della Sefta nel 1964, la creazione del Consorzio provinciale trasporti e della sua azienda Atcm nel 1976, fino alla privatizzazione dei servizi di trasporto con la creazione dell’Agenzia per la mobilità nel 2000. Il volume (300 pagine, in vendita nelle librerie al prezzo di 30 euro) è corredato da un ampio corredo fotografico di cui fanno parte una serie di splendidi scatti d’epoca del fotografo modenese Umberto Orlandini.