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Kabara Lagdaf, 5.000 uova di Pasqua donate a Modena per l’emergenza


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Sono salite a quasi 5mila le uova di Pasqua donate dall’associazione Kabara Lagdaf agli ospedali e alle strutture sanitarie e sociali impegnate nella lotta al Covid 19, durante la fase di emergenza che si è conclusa il 3 maggio, con l’obiettivo di regalare un sorriso ai malati, ai medici, agli infermieri e a tutto il personale socio-sanitario che in questi mesi ha messo a rischio la propria vita per salvare quella di cittadine e cittadini contagiati dal virus.

“Kabara Lagdaf – spiega il presidente Stefano Vaccari – è da sempre al fianco dei più deboli e sostiene progetti sanitari nei campi profughi dell’Algeria, per questo abbiamo deciso che le uova di quest’anno dovevano essere destinate al sistema sanitario del nostro territorio, in segno di sostegno e solidarietà ma anche come ringraziamento per l’amicizia e la collaborazione che ci è stata offerta in questi anni di progetti comuni, in particolare con il Policlinico di Modena”.

Nel dettaglio, sono state donate 2.000 uova di Pasqua al Policlinico di Modena e all’Ospedale di Baggiovara, altre 400 all’Ospedale di Sassuolo, 625 all’Ospedale di Carpi e a residenze per anziani dei comuni delle Terre d’Argine, altre 774 suddivise tra le case protette nelle Terre dei Castelli, la Casa della Salute di Castelfranco Emilia, RSA e  Croce Blu di Modena, i comuni di Concordia e Campogalliano, 540 alle quattordici RSA del Comune di Modena, 138 alle due Rsa e due Centri Disabili di Formigine, e 450 a  Reggio Emilia (casa della Carità, associazione Dora, Caritas Diocesana) per i malati di Covid-19 e il personale socio-sanitario che in questi due mesi ha sostenuto e continua ancora a sostenere il peso dell’emergenza.

Quando è stata dichiarata l’emergenza, l’associazione Kabara Lagdaf ha subito deciso di convertire la raccolta di autofinanziamento pasquale, a sostegno del popolo Saharawi, in un gesto di solidarietà verso gli ospedali del territorio, donando complessivamente 4.927 uova di cioccolato: “Quando abbiamo organizzato la nostra tradizionale raccolta fondi – continua il presidente Stefano Vaccari -, non potevamo immaginare che ci saremmo ritrovati al centro di una pandemia mondiale. Se siamo riusciti a superare l’emergenza e a entrare nella fase due lo dobbiamo ai medici, infermieri e a tutto il personale socio sanitario che è stato in prima linea in questi mesi. A loro va il nostro sentito ringraziamento”.

L’associazione Kabara Lagdaf sostiene dal 1992 il diritto all’autodeterminazione e alla libertà del popolo Saharawi. Oltre all”invio di aiuti umanitari, si occupa nei mesi estivi dell’accoglienza di bambini provenienti dai campi profughi di Tindouf (Algeria) quest’anno sospesa globalmente per la pandemia, organizza progetti sanitari a favore della popolazione minorile e coordina l’adozione a distanza di minori portatori di handicap e celiaci.