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Torna a Modena una statuetta egizia rubata 55 anni fa


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È una felicissima coincidenza quella della restituzione di un reperto egizio che era stato rubato 55 anni fa, proprio mentre è in corso ai Musei civici di Modena la mostra della raccolta a cui apparteneva. Una statuetta egizia “ushabti” in faience (maiolica) del VI secolo a.C. (XXVI dinastia) è stata recuperata dai Carabinieri del Nucleo tutela del patrimonio culturale di Bologna comandati dal maggiore Giuseppe De Gori. Il maggiore, venerdì 15 marzo a Palazzo Comunale, l’ha riconsegnata al sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli e alla direttrice dei Musei Francesca Piccinini, alla cerimonia con Cristiana Zanasi, curatrice della mostra “Storie d’Egitto”, dove l’oggetto sarà esposto da sabato 16 marzo. Nell’occasione erano presenti il Procuratore della Repubblica Lucia Musti e il tenente colonnello Stefano Nencioni, comandante del Reparto operativo del Comando Provinciale Carabinieri di Modena e Daniela Picchi, curatrice della sezione egizia del Museo civico Archeologico di Bologna.

Ricevendo il prezioso reperto, il sindaco Muzzarelli ha ringraziato i militari e il procuratore Musti “per l’impegno di sempre nella tutela e recupero del patrimonio e per le indagini che hanno consentito di tornare in possesso della preziosa statuetta”, sottolineando che “un grande valore, parte dello straordinario patrimonio storico e artistico che fa grande il nostro Paese, viene riconsegnato a tutta la città”.

Il recupero, ha spiegato il maggiore De Gori, è avvenuto grazie alla comparazione, a cura del Nucleo tutela patrimonio culturale dei Carabinieri, dell’immagine di una statuetta messa in vendita da una casa d’aste toscana, con quella della statuetta rubata a Modena, inserita nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, con cui presentava diverse analogie. Le indagini coordinate dalla Procura di Modena e gli approfondimenti investigativi dei Carabinieri con il contributo dei responsabili dei Musei civici e di Daniela Picchi, curatrice della sezione egizia del Museo civico Archeologico di Bologna, hanno confermato con certezza che la preziosa statuetta, che stava per essere venduta all’estero, era proprio quella rubata a Modena ormai mezzo secolo fa.

La statuetta, infatti, era stata trafugata dalla raccolta egizia del Museo civico archeologico di Modena nel dicembre 1964, con altri reperti, gran parte dei quali recuperati pochi mesi dopo. Non c’era però la statuetta in faience turchese recuperata ora dai Carabinieri.

Le modalità attraverso le quali opera il Nucleo tutela patrimonio culturale nella salvaguardia del patrimonio artistico e archeologico saranno illustrate in un incontro pubblico con il maggiore De Gori in programma il 6 aprile alle 17 nel salone che ospita la mostra Storie d’Egitto al terzo piano di Palazzo dei Musei. Nella stessa occasione la statuetta ritrovata verrà descritta e contestualizzata dal punto di vista storico-archeologico da Daniela Picchi, che ha effettuato il riconoscimento del reperto e curato e coordinato il progetto di diagnostica sui reperti esposti nella mostra modenese “Storie d’Egitto”.

“USHABTI” IN MOSTRA CON LA RACCOLTA EGIZIA

Da sabato 16 marzo sarà visibile nella mostra “Storie d’Egitto”, ai Musei civici di Modena, la statuetta “ushabti” in faience turchese (XXVI dinastia) rubata nel 1964 e ora recuperata dai Carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Bologna. Va ad aggiungersi a statuette, vasi, amuleti, tre piccoli coccodrilli imbalsamati e ad una mummia di bambino restaurata da Cinzia Oliva proprio in occasione della mostra.

La statuetta, alca 18 centimetri, si ricongiunge con gli altri 10 ushabti della raccolta, acquisiti dal Museo nell’ultimo quarto del XIX secolo. Gli ushabti sono statuine mummiformi, la cui presenza è attestata nei corredi delle sepolture sia private sia reali in numero variabile, da una fino a 400. La loro manifattura ha conosciuto nel corso dei secoli un’evoluzione a livello iconografico, legata ai cambiamenti di concezione funeraria e socio-culturali. L’ushabti recuperata apparteneva al corredo funerario di Psammetico, che visse al tempo del faraone Amasis (570-526 a.C.), del quale fu un alto funzionario.

La raccolta egizia dei Musei civici modenesi, consistente in un’ottantina di reperti, è esposta nel Salone dell’Archeologia al terzo piano del Palazzo dei Musei di largo Sant’Agostino fino al 7 giugno 2020, per favorirne la visita delle scuole con percorsi didattici con un approccio anche “creativo” agli oggetti più iconici del mondo egizio.

Nella piccola mostra, curata da Cristiana Zanasi, i reperti esposti, distribuiti su un ampio arco cronologico, appartengono a categorie diverse, riconducibili alla regalità, al rituale funerario e alla devozionalità templare.

La collezione conta statuette “ushabti” di Nuovo Regno (XVIII-XX dinastia, 1539-1070 a.C.) ed Epoca Tarda (XXVI-XXX dinastia, 664-332 a.C.), sei vasi canopi, tra cui un set a nome di Horsiesi (Epoca tarda), amuleti, bronzetti, terracotte. Di grande interesse, un grande scarabeo commemorativo del sovrano Amenhotep III (Nuovo regno, XVIII dinastia, 1388-1351 a.C.), che celebra la sposa Ty. Presenti, inoltre, la mummia egizia di bambino con cartonnage e sarcofago antropoide moderni, alcune teste e arti umani, oltre a tre piccoli coccodrilli imbalsamati e ad alcune bende di lino provenienti dalle mummie reali scoperte a Deir el-Bahari nel 1881.

Gli apparati multimediali della mostra consentono al pubblico di scoprire le “storie d’Egitto” emerse dal progetto di ricerca: storie collezionistiche di Duchi, illustri modenesi e oscuri antiquari; storie di furti, viaggi in Egitto e sbendamenti di mummie reali; storie emerse dalla diagnostica che ha determinato sesso, età e, dove possibile, informazioni sulle patologie e le cause di morte dei resti mummificati, restituendo loro una piccola parte di identità. La mostra “Storie d’Egitto ai Musei civici al terzo piano di Palazzo dei Musei in largo Sant’Agostino a Modena è visitabile gratuitamente da martedì a venerdì dalle 9 alle 12; sabato e domenica dalla 10 alle 13 e dalle 16 alle 19.

Info online (www.museicivici.modena.it).