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Coldiretti Emilia Romagna: crescono le giovani in agricoltura


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Crescono le imprese femminili under 35 in agricoltura in Emilia Romagna. Più 8% in un anno e +22% in cinque anni. Passano da 418 nel 2013 a 473 nel 2017 a 511 nel 2018. Una crescita superiore alla media italiana  (+7% in 5 anni e +4% in un anno).  Per provincia, prima è Ferrara con 132 imprese femminili di giovani che danno lavoro a 135 addetti, poi Bologna con 64 imprese e 130 addetti, Modena con 68 imprese e 62 addetti.

Principali settori per le under 35 sono i cereali con 119 imprese (5% delle under 35 nazionali), acquacoltura marina con 88 imprese di cui 86 a Ferrara, il 63% italiano, gli ortaggi con 46 imprese, l’uva con 40, il tabacco con 34 di cui 19 a  Parma, la frutta a nocciolo con 31, il 10% nazionale, di cui 10 a Ravenna, i fiori con 29 pari al 9% italiano, di cui 10 a Modena, l’apicoltura con 22, il 7% nazionale di cui 6 a Bologna.

È quanto emerge da un’elaborazione di Coldiretti Emilia Romagna in occasione della festa dell’8 marzo su dati della Camera di Commercio di Milano rispetto alla rappresentanza femminile under 35 nei campi, nelle stalle e negli agriturismi. In pratica – sottolinea Coldiretti regionale – in agricoltura un’impresa giovanile su cinque viene gestita da ragazze.

Nella loro attività imprenditoriale – spiega Coldiretti regionale – le agricoltrici emiliano romagnole hanno dimostrato capacità di coniugare la sfida con il mercato e il rispetto dell’ambiente, la tutela della qualità della vita, l’attenzione al sociale, a contatto con la natura assieme alla valorizzazione dei prodotti tipici locali e della biodiversità diventando protagoniste in diversi campi: dalle attività di educazione alimentare e ambientale con le scuole alle fattorie didattiche fino ai percorsi rurali di pet-therapy, agli orti didattici, ai mercati di Campagna Amica e l’agriturismo. Una capacità imprenditoriale che ha creato dato direttamente lavoro a oltre 500 persone, senza contare l’occupazione generata dall’indotto.

Le ragazze nelle campagne – spiega Coldiretti Emilia Romagna – hanno puntato sull’uso quotidiano della tecnologia per gestire sia il lavoro che lo studio, magari usando lo smartphone per controllare gli animali in stalla nelle pause di studio all’università oppure per gestire on line acquisti e prenotazioni in agriturismo, oppure per fare ricerche per recuperare varietà perdute di frutti locali o ancora per portare le eccellenze della food valley italiana in tutto il mondo.

“Le quasi 12.400 aziende agricole guidate da donne in Emilia Romagna – spiega Luciana Pedroni, responsabile regionale delle donne imprenditrici di Coldiretti – sono un patrimonio inestimabile con un peso all’interno del mondo produttivo che non è dato solo dal numero delle titolari, ma anche da una capacità di innovazione che è stata in grado di sfruttare al meglio le opportunità offerte dalla multifunzionalità per le imprese agricole in ambito economico, ambientale e sociale”.