Home Reggio Emilia “Diario di un brutto anatroccolo” al Teatro Asioli di Correggio

“Diario di un brutto anatroccolo” al Teatro Asioli di Correggio


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Domenica 20 gennaio (ore 17) al Teatro Asioli di Correggio, per la rassegna di teatro per famiglie, la Compagnia Factory porta in scena Diario di un brutto anatroccolo, uno spettacolo di Tonio di Nitto (da Andersen) con Ilaria Carlucci, Francesca De Pasquale, Luca Pastore e Fabio Tinella.

Acclamato e pluripremiato in diversi festival internazionali, è uno spettacolo tra teatro e danza per piccoli e grandi (adatto dai 5 anni in su), già definito “indispensabile, emozionante, incisivo, leggero e mai superficiale, uno spettacolo diverso sulla diversità”.

Al centro del palco due attori e due attrici, metà uomo metà anatroccolo, con tanto di pinne e occhialini gialli. Tre anatroccoli si sfidano senza tregua ad essere i “più”: il più agile a tuffarsi, il più ballerino, il più canterino a starnazzare, il più veloce a dare la risposta alla domanda della maestra, il più preciso nell’incastrare le travi in una catena di montaggio. Ad ogni sfida solo uno dei quattro “piccoli”, senza pinne, una ragazza down, si isola dal gruppo e viene sbeffeggiata, tra palloncini e pernacchie. Come nella fiaba di Andersen, l’anatroccolo colleziona delusioni, dal primo giorno di scuola al primo incontro amoroso e al primo giorno di lavoro, in cui però avviene qualcosa di magico: è proprio il brutto anatroccolo a dare ordini ai colleghi “diversi”, a scandire il ritmo del lavoro. Come si dice, ciò che non uccide fortifica. Le molteplici versioni de “Il lago dei cigni” di Tchaikovsky danno il tempo, con suoni e giochi di luce e proiezioni che accompagnano la storia che senza nessuna parola arriva ad ogni spettatore, qualsiasi sia l’età. Semplicità e immediatezza veicolano agilmente il messaggio da palco a platea, come fosse la cosa più semplice di questo mondo, quasi senza farci accorgere che alla base c’è un fine lavoro di rielaborazione che, passando per l’uso di suoni e immagini, crea una messinscena che possiede lo stesso nitore dell’abito bianco di un cigno sbocciato alla vita.