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Regione: prima in Italia nella valutazione della qualità della amministrazione pubblica


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“Motivo di orgoglio e soddisfazione nel veder riconosciute in questo modo le scelte che stiamo facendo, che guardano al lavoro e allo sviluppo attraverso politiche efficienti e servizi di qualità; c’è anche il frutto della straordinaria professionalità e dell’impegno di tutti i dipendenti e collaboratori di questa Regione, che continua a esprimere eccellenze nelle professionalità interne. Mi piace pensare, dopo anni di dibattiti sterili sul ‘modello emiliano’ e ‘la fine del modello emiliano’, che questo sistema territoriale, fatto di persone e imprese, di associazioni e istituzioni, continui nel suo insieme a distinguersi. Non è un primato, chiamiamolo così, che nasce appunto da una singola specificità, ma dall’insieme di tantissimi punti di eccellenza che si rafforzano a vicenda. Certo, in questo caso è anche il riconoscimento specifico dell’efficienza della nostra macchina regionale, in un Paese dove la pubblica amministrazione è viceversa percepita come inefficiente e sprecona; e la riprova della bontà della scelta che abbiamo compiuto, qui, di preservare la solidità dei conti pubblici e degli equilibri finanziari, in un Paese dove invece si discute anche in questi giorni di quanto nuovo debito fare”. Il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, commenta così i Rating pubblici della Fondazione Etica, di cui è stata oggi diffusa un’anticipazione dal Corriere della Sera, sulla valutazione qualitativa delle amministrazioni regionali italiane a Statuto ordinario.

Una classifica in cui svetta la Regione Emilia-Romagna, unica con una valutazione di “Excellent” e un punteggio di 85 su 100 per la propria capacità amministrativa, seguita dalla Lombardia con 76 e Toscana con 73. Punteggi che spiccano ancor più rispetto al valore medio italiano di 59,1.

“Si tratta di numeri- continua il presidente Bonaccini- che andranno analizzati, per capire meglio. Certo il nostro bilancio regionale è sano ma anche per questo può sostenere il nostro progetto di governo, fatto di crescita e lavoro, diritti e opportunità. I problemi non mancano certo anche in questa Regione: anche qui, dove pur cresciamo di più, ci sono imprese in forte difficoltà; anche qui, dove abbiamo il tasso di occupazione più alto, ci sono tantissimi giovani precari e lavoro povero; anche qui, dove la ricchezza è meglio distribuita, ci sono però più poveri che in passato. Se oggi possiamo aggredire i problemi e dare risposte sia a chi eccelle, ma soprattutto a chi è più in difficoltà, lo dobbiamo anche a una macchina pubblica di qualità e ad un bilancio sano. Viceversa, come accade per lo Stato, dovremmo fare debito e usare i soldi per pagare interessi anziché servizi. Io non sono un ‘rigorista’, credo anzi che la spesa pubblica sia una cosa preziosa perché ti permette di costruire uguaglianza”.