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Firem Formigine: sentenza di condanna per gli ex titolari e un consulente


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E’ stata emessa oggi la sentenza del procedimento penale per bancarotta a carico dei due fratelli ex titolari della Firem di Formigine, del consulente M.M. e della signora M.P.. La sentenza riguarda i fatti successi nell’agosto 2013, quando venne attuata la delocalizzazione selvaggia della Firem con lo spostamento repentino dei macchinari all’insaputa di tutti e mentre i lavoratori erano in ferie, e con il successivo intervento della Fiom che mise in atto un presidio permanente davanti ai cancelli a partire dal 13 agosto.

Nel processo per bancarotta la Fiom unitamente ad alcuni lavoratori, si era costituita parte civile “in quanto riteniamo – afferma Cesare Pizzolla segretario Fiom/Cgil – che una tale delocalizzazione abbia rappresentato un danno per tutta la comunità a partire dai lavoratori interessati”.
La sentenza di primo grado di oggi decreta la colpevolezza dei proprietari e del consulente con una pena di 1 anno e 10 mesi e riconosce alla Fiom e ai 14 lavoratori costituitisi parte civile, i danni da quantificare e liquidare in separato giudizio civile. Assolta invece M.P. per non aver commesso il fatto.

“Consideriamo importante questa sentenza – aggiunge il segretario della Fiom/Cgil – che afferma quanto la Fiom ha sostenuto dall’inizio della vertenza, ovvero che una tale operazione, sia in termini etici che normativi, è assolutamente inaccettabile. Nessuna voglia di vendetta da parte della Fiom, ma bensì la necessità di affermare un principio di giustizia e mandare un messaggio chiaro che queste vicende sul territorio modenese non possono e non devono succedere. I lavoratori sono una risorsa e non devono essere considerati un peso economico per l’azienda e il motivo per delocalizzare”.