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Policlinico di Modena, deceduto per complicanze un paziente già ricoverato per West Nile


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In riferimento alla notizia apparsa oggi sulla stampa, l’Azienda Ospedaliero – Universitaria e l’Azienda USL di Modena confermano il decesso del signor G.G., ricoverato per West Nile al Policlinico di Modena. È fondamentale ricordare che, di solito, le persone che contraggono il West Nile virus non mostrano alcuna sintomatologia e l’infezione passa inosservata e alla completa insaputa del paziente. Nel 20% dei casi, il West Nile virus può determinare una serie di lievi sintomi, molto simili a quelli influenzali; sono invece ancora più rari (solo l’1%) gli episodi in cui l’infezione determina dei gravi disturbi al sistema nervoso centrale, come encefaliti o meningiti. Sono questi i casi trattati nei nostri ospedali che, in pazienti anziani o fragili, possono essere anche molto pericolosi. È stato osservato che il West Nile virus ha maggiori probabilità di sviluppare un’infezione drammatica in soggetti anziani e immunodepressi dove, oltretutto, il virus può peggiorare una situazione clinica già difficile e portarli a sviluppare complicanze molto severe, anche se non strettamente collegate al virus.

Dall’inizio del periodo di sorveglianza (15 giugno) al 10 settembre, sono stati 22 i pazienti in Provincia di Modena ai quali è stata diagnosticata la forma neuroinvasiva della malattia per i quali è stato necessario il ricovero negli ospedali della Provincia. I quadri clinici sono monitorati costantemente e in evoluzione. 6 pazienti sono stati dimessi, altri hanno un quadro in miglioramento e per altri la prognosi è ancora da considerarsi riservata, in quanto il ricovero avviene per le complicanze più gravi della malattia il cui decorso è, di solito, lungo.

Il signor G. G., modenese di 82 anni, era stato ricoverato il 31 luglio scorso, presso il Reparto di Medicina 2 del Policlinico e da qui trasferito alle Malattie Infettive il 4 agosto del Policlinico di Modena dove è stata riconosciuta l’encefalopatia da West Nile ed è subito cominciato il trattamento. Il quadro neurologico, insieme allo stato di coma intercorso a causa dell’encefalite, in un paziente anziano è una condizione predisponente a complicanze batteriche polmonari tardive, come riportate in letteratura scientifica. Questo è, purtroppo, ciò che è accaduto al paziente che ha avuto due episodi di polmonite e una successiva sepsi che hanno portato a decesso, avvenuto il 20 di agosto.

Nel sistema di sorveglianza regionale sulle malattie infettive, il Servizio di Igiene pubblica verifica l’esito dei casi a distanza di 30 giorni dalla loro segnalazione, specificando guarigione, decesso o il quadro clinico (grave, in miglioramento o non noto). In caso di decesso però, si verifica rispetto alle cause di morte anche quanto riportato nella scheda Istat, che arriva al Servizio epidemiologia del Dipartimento di Sanità Pubblica solo il mese successivo a quello del decesso e può indicare la presenza di improvvisi e gravi eventi a carico di altri organi o apparati, permettendo così di attribuire la causa di morte con maggior certezza. Nel caso di G.G. ciò è stato possibile solo in questi giorni. Per un secondo caso, un paziente modenese di 76 anni ricoverato in Malattie Infettive per West Nile e deceduto durante il periodo di sorveglianza, l’infezione risulta classificata come concausa del decesso. Il paziente, infatti, ha avuto un’ischemia cerebrale che ha complicato ulteriormente il quadro Neurologico generale a seguito del quale è stato trasferito in Neurologia all’ospedale Civile, dove è deceduto a fine agosto per intervenute complicanze polmonari.

Quanto alla mancata comunicazione, a differenza di altre patologie infettive, poiché la trasmissione del virus da West Nile non avviene da persona a persona, non è prevista una sorveglianza della Sanità Pubblica sui contatti del paziente, o azioni anche comunicative volte a ridurre il rischio di contagio da persona a persona, in quanto tale contagio non è possibile. Esistono invece misure preventive e di protezione individuale dalle punture di zanzara che sono state comunicate più volte e che sono l’unica misura efficace per evitare i rischi connessi all’infezione.

In questo caso dunque, poiché gli elementi di Sanità pubblica sono stati e sono pienamente tutelati, e la notizia del decesso non modifica in alcun modo il carattere dell’intervento e le indicazioni dell’Azienda Sanitaria alla collettività, gli elementi di riservatezza e privacy del paziente restano prevalenti e possono essere sciolti solo dai familiari stessi.

Il Piano regionale di sorveglianza dell’Arbovirosi monitora costantemente la diffusione di queste patologie in Regione, grazie alla collaborazione tra le Aziende USL del Territorio, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia – Romagna, il Centro di Riferimento per le Emergenze Microbiologiche dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Bologna, col supporto del Centro Nazionale di Riferimento per le Malattie Esotiche (CESME) di Teramo. Il monitoraggio viene effettuato sull’uomo e sugli animali. In particolare, vengono tenute sotto controllo le complicanze più gravi della malattia, cioè quelle neuroinvasive (neuropatie e meningiti).