Home Modena “Qui si fa il futuro”: Spi/Cgil Modena celebrare il suo 70° anniversario

“Qui si fa il futuro”: Spi/Cgil Modena celebrare il suo 70° anniversario


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“Qui si fa il futuro”. Con questo slogan, del XX congresso nazionale, il sindacato pensionati Spi/Cgil di Modena vuole celebrare il suo 70° anniversario con l’iniziativa alla festa provinciale del PD mercoledì prossimo 5 settembre (ore 17.30, spazio Palaconad).
Per celebrare i 70 anni dell’organizzazione, si è pensato ad un dibattito-confronto con i propri militanti, attivisti e funzionari, sul tema della contrattazione sociale territoriale con enti locali e azienda Ausl, che è un po’ il tratto distintivo del sindacato che vuole rappresentare i bisogni e le esigenze di anziani e pensionati.

Per questo al dibattito del 5 settembre parteciperanno interlocutori della contrattazione come il sindaco di Modena Giancarlo Muzzarelli, rappresentanti del volontariato sociale come il presidente dell’Auser Michele Andreana, Betty Leone già segretario nazionale Spi/Cgil negli anni in cui partì la contrattazione sociale, il segretario della Cgil di Modena Manuela Gozzi e il segretario regionale dello Spi/Cgil Bruno Pizzica. Il dibattito sarà coordinato dal segretario dello Spi di Modena Alfredo Sgarbi.
Proprio Sgarbi stamattina, insieme agli altri componenti della segreteria provinciale dello Spi e a diversi coordinatori di lega, ha ripercorso le tappe che hanno portato alla nascita del sindacato pensionati all’interno della Cgil, grazie all’iniziativa di Giuseppe Di Vittorio che nel 1948 decise di costituire la rappresentanza anche di chi si era ritirato dal lavoro. A seguito di lotte e rivendicazioni sociali si arriva nel 1978 ad istituire il Servizio sanitario nazionale per cui tutti hanno diritto all’assistenza sanitaria. Nel 1977, il sindacato si struttura per dare non solo risposte individuali ai pensionati, ma progettare una rivendicazione collettiva dei bisogni, sino ad arrivare al 1997 quando si avvia la contrattazione sociale territoriale in collaborazione con gli altri sindacati pensionati di Cisl e Uil, le confederazioni e le categorie dei lavoratori attivi per negoziare con gli enti territoriali preposti, i vari aspetti che interessano gli anziani, dai livelli di assistenza socio-sanitaria, alle tariffe dei servizi, dalle imposte ai tributi, al reddito di inclusione, alle politiche pubbliche per la casa, ai luoghi di aggregazione e socialità, ecc…

“Il nostro obiettivo – ha detto Alfredo Sgarbi stamattina in conferenza stampa – è stare il più possibile al passo con l’evoluzione della società e in speciale modo con la parte degli anziani, dove purtroppo registriamo fasce di emarginazione sociale. Per rendere partecipi i nostri iscritti – prosegue il segretario dello Spi di Modena – abbiamo avviato un nuovo modo di rilevazione dei bisogni, sottoponendo questionari a vaste platee di anziani. Questo ci aiuta a costruire piattaforme sociali territoriali realistiche e dare un contributo alla programmazione complessiva della nostra comunità”.
Lo Spi si considera un sindacato generale, attento ai bisogni complessivi della comunità, con i sui 58.000 iscritti (circa la metà degli iscritti alla Cgil di Modena), di cui il 50% non ha avuto un passato da lavoro dipendente, ma proviene da altre storie lavorative e anche da altre visioni politiche, e si è avvicinato allo Spi per avere un punto di riferimento nella rappresentanza dei propri bisogni (in allegato tabelle degli iscritti Spi per leghe e distretti).

Un sindacato fortemente radicato nel territori con 51 leghe distribuite praticamente in tutti i comuni della provincia e ben 7 leghe nel solo distretto di Modena città.
Da questionario somministrato nei mesi scorsi a 13.000 pensionati del distretto modenese, sono emerse tre esigenze principali: la sicurezza e legalità, le politiche sanitarie e i servizi socio-assistenziali del Comune, temi che lo Spi porta e porterà nella discussione del Tavolo Anziani presso il Comune di Modena per rivendicare risposte e azioni precise. Dando anche il proprio contributo in termini di proposte, perché quando si parla di sicurezza, non è solo necessario aumentare i controlli sul territorio e reprimere l’illegalità, ma anche aumentare gli spazi di socialità, tirare fuori gli anziani da casa, da condizioni di solitudine, creare iniziative per conoscere gli immigrati di cui spesso si ha paura solo per sentito dire.
Un problema sentito dagli anziani modenesi è anche quello delle liste di attesa per visite specialistiche e anche su questo l’attenzione dello Spi è alta, mentre su un altro tema come l’assistenza domiciliare si chiede al Comune più investimenti per curare e assistere gli anziani nel proprio domicilio.
Temi centrali anche la rivalutazione delle pensioni e la difesa del potere d’acquisto, in merito alle quali si chiedono politiche di abbassamento della pressione fiscale (attualmente dal 17% al 24%, fra le più alte in Europa), a cui si affianca anche la richiesta della pensione di garanzia per i giovani con lavori precari e discontinui.
Durante la conferenza stampa sono stati presentati anche i dati sulle pensioni modenesi, in cui si conferma la differenza di importo percepito dagli uomini (importo medio mensile lordo di 1.290 euro) e dalle donne (753 euro), con l’eccezione della pensione di reversibilità dove sono più numerose le donne e con importi maggiori rispetto agli uomini (in allegato i dati sulle pensioni modenesi).