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Plurimi abusi anche su disabile e oltre un milione di file pedopornografici: arrestato 60enne reggiano


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I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Reggio Emilia, a seguito di mirate e complesse indagini, hanno arrestato un incensurato sessantenne originario e residente nel reggiano, ritenuto gravemente indiziato dei reati di pornografia minorile, atti sessuali con minori infra-quattordicenni e violenza sessuale aggravata commessa con abuso delle condizioni di inferiorità psichica della vittima, commessi tra il 2000 e il 2017. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal Tribunale di Bologna, su richiesta del Dott. Luca Venturi, pubblico ministero della Procura distrettuale felsinea autorità giudiziaria competente per il grave delitto, coordinata dal Dr. Giuseppe Amato.

“Raccapriccianti” sono state definite le immagini e i video rinvenuti dai militari sul PC sequestrato all’indagato, a tal punto che anche gli stessi inquirenti hanno faticato non poco dato il fisiologico impatto emotivo provocato dalla visione di tale materiale, avendolo infatti scandagliato nelle migliaia e migliaia di sottocartelle in cui i singoli file erano stati ossessivamente nascosti ed archiviati.

L’attività investigativa, avviata con la fattiva collaborazione dell’Arma dei Carabinieri con una onlus attiva a contrasto della pedocriminalità sul territorio nazionale, ha trovato origine dalla perquisizione effettuata, qualche mese fa, presso l’abitazione dell’indagato, da parte dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Reggio Emilia, a seguito di una mirata segnalazione acquisita dai militari sul suo conto. In tale sede veniva dunque sequestrato cospicuo materiale informatico idoneo all’archiviazione di file tra cui, in particolare, anche alcune spypen che l’uomo usava per riprendere di nascosto minorenni, anche le stesse parenti, talvolta affidate alla sua vigilanza mentre queste ultime erano intente a spogliarsi nella propria cameretta ovvero a farsi la doccia.

L’analisi del materiale informatico così sequestrato è stato sottoposto dai militari ad una radiografica analisi consentendo di accertare la presenza di ingentissimo materiale pedopornografico detenuto dall’indagato, circa un milione i file illeciti complessivamente trovati, accuratamente celati in oltre 5.000 sottocartelle strutturate sotto forma di “matrioska” e alle quali l’uomo aveva talvolta attribuito denominazioni apparentemente ordinarie. Le analisi dei militari, anche attraverso l’ausilio di un apposito consulente tecnico nominato dal pubblico Ministero, hanno consentito di recuperare migliaia di file immagine e video già eliminati dall’uomo al momento del sequestro.

Si tratta prevalentemente di fotografie e video ritraenti bambine straniere, anche della tenera età di 7/8 anni, evidentemente scaricate dal web, spesso realizzate in maniera professionale in studi fotografici dove le stesse, sotto la guida di un vero e proprio regista, truccate e vestite “ad arte”, effettuano spettacoli erotici sino a rimanere completamente nude e a simulare atti masturbatori, talvolta anche insieme tra loro e con l’utilizzo di innocenti bambole.

Altre migliaia di file ritraggono invece scene di nudo integrale di analoghe bambine, scaricate sempre online e tratte da spiagge nudiste estere o di vita comune (piscine, spogliatoi, spiagge …) e “captate” evidentemente dalla rete dei pedofili per il relativo smercio online a sfondo sessuale.

Gli approfondimenti dei militari hanno tuttavia permesso di appurare che l’uomo oggi arrestato, non si era limitato nel tempo all’archiviazione seriale ed ossessiva di materiale pedopornografico scaricato dalla rete, ma era evidentemente passato “ai fatti”. Le indagini hanno accertato e documento (anche attraverso le foto e i video “recuperati” nonché con le testimonianze dirette delle bambine coinvolte, alcune oggi già maggiorenni) che l’indagato in passato, approfittando della presenza in casa di parenti minorenni, nonché di amichette di queste ultime, nella propria camera da letto si mostrava completamente, cercando con le piccole vittime il contatto fisico, sotto forma di “innocenti giochi”.

Le ossessioni0 dell’indagato verso le bambine sono state confermate dal rinvenimento di altrettante migliaia di fotografie in cui lo stesso, attraverso l’apposito utilizzo di software di modifica immagini (c.d. morphing), dopo aver scaricato alcune foto pornografiche ritraenti atti sessuali completi tra adulti, aveva poi sostituito al volto del porno attore il proprio volto, al corpo della porno attrice quella del corpo nudo di una bambina scaricata dalla rete ed infine al volto di quest’ultima il volto altre minorenni.

Trattasi, in altre parole, di fotomontaggi raffinati e assolutamente verosimili, tali da configurare nel nostro Codice Penale un reato specifico (art. 600 quater-1), coni i quali dava concretezza alle proprie fantasie morbose.

Tra le foto recuperate dai militari e già eliminate dall’indagato sono emerse inoltre immagini che hanno tuttavia superato ogni più perversa immaginazione. In numerose occasioni infatti l’indagato si è fotografato intento a compiere atti sessuali su una giovane disabile.

Le indagini dei Carabinieri proseguono con l’Autorità Giudiziaria al fine di verificare la provenienza di un così ingente materiale pedopornografico anche attraverso gli organi di cooperazione internazionale di polizia in materia di reati sessuali ai danni di minorenni, al fine di oscurare i siti internet di riferimento nonché garantire, non senza difficoltà, l’identificazione dei componenti i ring pedofili e le minorenni coinvolte.