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Fiom Cgil Modena e Fim Cisl Emilia Centrale sulla crisi alla Martini di Concordia


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“La situazione per i lavoratori della Martini di Concordia peggiora sempre di più!! Chi ha le maggiori responsabilità?
Nell’incontro Svolto in Regione nella giornata di venerdì 29 giugno 2018 tra Istituzioni, Sindacato, procedura fallimentare e Sindaco di Concordia, la domanda su come si sia potuti arrivare ad una situazione cosi drammatica è girata parecchie volte al tavolo istituzionale” affermano Massimo Valentini, Fiom Cgil e Roberto Verucchi, Fim Cisl.

“Il sindacato fa pressione su tutti soggetti coinvolti, per non lasciare sole le 50 famiglie che da oltre un mese non ricevono stipendio, e che vedono sempre più lontano la possibilità di recupero delle 4 mensilità non ancora pagate da Martini riferite al 2017.

Ricordiamo che in Martini lavoravano in alcuni casi marito e moglie, che ora vedono di difficile recupero qualcosa come 8 mensilità, situazione che viene ulteriormente peggiorata dalla situazione di instabilità del proprio futuro.

Il Sindacato ha chiesto l’impegno formale alla Regione e a tutti i soggetti coinvolti al tavolo, che nel caso di ripresa delle attività da parte di un nuovo imprenditore, la procedura si assuma la responsabilità di dare precedenza alla ricollocazione dei dipendenti Martini che fossero interessati”.

“Inoltre – proseguono Valentini e Verucchi – auspica che le voci che circolano a Concordia su di una possibile “OPPOSIZIONE AL FALLIMENTO” da parte di Martini non siano vere, in quanto allontanerebbero ulteriormente la possibilità di recupero delle spettanze dei lavoratori, oltre ad aggravare la gestione della procedura.

Fiom e Fim hanno inoltre avanzato una proposta di formazione diretta rivolta a tutti i lavoratori e lavoratrici della Martini, con l’intento di ricollocarne professionalmente il maggior numero possibile. Questo per offrire una prospettiva a quei lavoratori e lavoratrici che, non più giovanissimi, dovranno rimettersi in gioco.

La vicenda Martini sta mettendo in luce, ancora una volta, quanto di grave fatto dal governo Renzi, che tagliando lo strumento degli ammortizzatori sociali rivolti alla chiusura d’azienda lascia inevitabilmente soli i lavoratori, che non hanno altra prospettiva che rincorrere il licenziamento per raggiungere un minimo di reddito.

La vicenda Martini, in una realtà come quella di Concordia – concludono Massimo Valentini, Fiom Cgil e Roberto Verucchi, Fim Cisl – rischia di eliminare una delle poche fonti di reddito di quel territorio. Un territorio che invece dopo il trauma del terremoto avrebbe bisogno di prospettive nuove, e che così, privato della Martini e del conseguente indotto, resterà inevitabilmente molto più povero”.