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Memo, il servizio è e resta parte del Comune


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“Non si è mai pensato a una gestione non diretta di Memo né tantomeno di esternalizzare un servizio che è invece parte integrante del Comune di Modena che sostiene lo sviluppo educativo dei sui cittadini da 0 a 18 anni. E non è intenzione dell’Amministrazione ridurre il personale del Multicentro educativo che è invece interessato da una riorganizzazione, che passa anche attraverso l’inserimento di figure qualificate di categorie superiori, finalizzata a valorizzare il servizio a sostegno all’autonomia scolastica, in relazione della mutate esigenze delle scuole”.

Lo ha affermato l’assessore alla Scuola Gianpietro Cavazza rispondendo all’interrogazione consiliare illustrata da Elisabetta Scardozzi del Movimento 5 stelle su “gestione e organizzazione Memo”. La consigliera ha ricordato l’eccellenza del Multicentro educativo in campo educativo-didattico e, dall’altra parte, la vertenza sindacale in atto. Ha quindi chiesto “quali scelte sono state effettuate in materia di coordinamento, riorganizzazione, ridefinizione di Memo e San Filippo Neri”; quali i criteri che hanno portato a scegliere l’attuale responsabile e chiarimenti sul passaggio di consegna al prossimo; come si pensa di sopperire alla riduzione di personale, informazioni su convenzioni in essere e nuovo Patto per la scuola e se l’amministrazione intende mantenere la gestione diretta dei servizi offerti da Memo.

L’assessore ha spiegato che il San Filippo Neri è una fondazione di diritto privato che svolge attività a favore dei minori in ambito provinciale e insieme al quale Memo svolge diverse attività regolate da un accordo di rete contro la dispersione scolastica e da un protocollo per l’attivazione di una rete provinciale dedicata ai servizi di orientamento. Memo ha inoltre in essere diverse convenzioni con l’Università e in fase di elaborazione una con gli Atenei di Modena e Reggio e quello di Bologna con l’USR Ufficio 8 e 23 Autonomie Scolastiche della Città di Modena negli ambiti potenziamento delle competenze di cittadinanza, inclusione, orientamento e prevenzione della dispersione scolastica, nuovi linguaggi (digitale -coding-nuove tecnologie), didattica innovativa, ambiente di apprendimento, curricolo verticale, valutazione formativa e sistema integrato di educazione ed istruzione; nell’ambito della quale si prevede che ogni anno vengano individuati gli argomenti di ricerca che dovranno essere approfonditi con la supervisione di un gruppo lavoro. Obiettivo della ricerca è di consentire al sistema educativo e scolastico modenese di mantenere un costante confronto con i sistemi nazionali ed europei più avanzati e di sperimentare modelli che favoriscano il successo scolastico includendo tutti.

“La riorganizzazione di Memo – ha precisato l’assessore – già avviata prima dell’arrivo dell’attuale responsabile, per altro scelto in base alle precedenti esperienze, al titolo di studio e alla sua disponibilità – ha portato a avviare una modifica della pianta organica che si è concretizzata anche trasformando, già alla fine del 2017, due qualifiche di istruttore C in un D1 e un D3: quest’ultimo è un coordinatore pedagogico in staff al personale assegnato a novembre, inoltre sono previsti due istruttori educativi direttivi D1 che saranno assegnati rispettivamente all’area Formazione ed Itinerari, e a quella Documentazione comprensiva della biblioteca e a ognuna delle due aree saranno assegnati quattro istruttori. Confermata anche una piccola unità amministrativa composta da tre unità, un istruttore direttivo D1 e due istruttori amministrativi, oltre a tre commessi. Dunque, “nessuna volontà di ridurre il personale che, nel rispetto dei vincoli di legge, sarà sostituito come avviene in ogni altro settore dell’ente”, ha detto l’assessore sottolineando però anche come negli ultimi tre anni il personale di Memo sia rimasto invariato, mentre quello dell’amministrazione comunale nel suo complesso è diminuito del 10 %.

In merito ad altre questioni specifiche, Cavazza ha spiegato che per quanto riguarda le figure apicali, il metodo utilizzato non identifica la necessità di fare affiancamento, anche perché tali processi comportano esigenze riorganizzative; che sin da quando si è avviata la riorganizzazione, è stato coinvolto il responsabile attuale e che per la valutazione della proposta avanzata si è preferito aspettare l’arrivo del nuovo responsabile.

Infine, per quanto riguarda il percorso verso il nuovo il Patto per la Scuola, “poiché i regolamenti relativi ai decreti attuativi non sono ancora stati pubblicati, sono stati nel frattempo condivisi con le autonomie scolastiche accordi, protocolli e convenzioni. Inoltre, per l’assessore si deve arrivare “alla condivisione da parte di tutte le 23 istituzioni scolastiche autonome, prevedendo un importante coinvolgimento delle scuole superiori con cui si sono già fatti accordi per l’alternanza scuola-lavoro”.