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La violenza sui minori, la loro sofferenza e la speranza di un futuro vivibile. Esperti ed esperienze a confronto a Reggio Emilia


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Superare il tabù della violenza sui minori. Andare oltre il disagio e lo sgomento, affrontare l’omertà o le reticenze, comprendere il grave fenomeno, generare condizioni personali e ambientali di ascolto e cura.

Un aiuto importante, in questo senso, è ‘Quale speranza di ascolto e cura per la sofferenza dei bambini?’, giornata di studio, ricerca e formazione promossa a Reggio Emilia dal centro studi Hansel e Gretel di Torino e dall’associazione Rompere il Silenzio-La voce dei bambini in collaborazione con il Comune e l’Ausl, che si tiene venerdì 8 giugno 2018, dalle 8.30 alle 18, all’Oratorio cittadino Don Bosco (via Adua 79), con ingresso libero.

Il convegno, in continuità con quello realizzato nel 2017 che aveva dato parola a diverse testimonianze e messo in luce l’importanza dell’intercettazione precoce e dell’ascolto, vuole approfondire approcci e interventi orientati alla cura e al trattamento dei traumi provocati a bambini e ragazzi da esposizione alle violenze.

L’approccio è interdisciplinare: dalla psicologia e psicoterapia al quadro legislativo e alla giurisprudenza, dalla pedagogia alla formazione e insegnamento, dalla pediatria all’attività ed esperienza dei Servizi sociali e sanitari.

Si parlerà inoltre della cultura del negazionismo – una corrente di pensiero tende infatti a minimizzare e a negare sia la realtà delle violenze, sia la presenza di un sommerso che non si riesce ad intercettare – oltre che di ‘adultocentrismo’ e cultura patriarcale.

“Vogliamo insistere nella ricerca e nella riflessione sulle violenze ai minori – ha detto il vicesindaco di Reggio Emilia Matteo Sassi, durante la presentazione dell’iniziativa alla stampa – un tema ‘carsico’ nel dibattito pubblico. Lo faremo con la modalità che contraddistingue i nostri sforzi qui a Reggio Emilia: lavoro multidisciplinare e pluralità di contributi, che sottintendono una collaborazione molto stretta tra enti, presidi e operatori nel trattare sia la cura delle persone sofferenti sia, prima ancora, la prevenzione e l’individuazione di possibili criticità o situazioni di rischio”.

“Parlarne è già molto importante, è un andare controcorrente in una contesto che tende a ignorare o sottacere le violenze sui più piccoli, un fenomeno sommerso che va svelato per essere prevenuto e curato – ha detto Claudio Foti, direttore scientifico del centro studi Hansel e Gretel e membro dell’associazione Rompere il silenzio – L’8 giugno ci impegneremo in questo fra l’altro con contributi di rilevante interesse in diverse discipline, a cominciare dagli aspetti legislativi e giuridici che si profilano in Europa ad esempio sulla cosiddetta ‘legalizzazione della pedofilia’, la legittimazione di una ‘attivazione precoce’ della sessualità con ripercussioni assai gravi sulla persona, oppure sulla ‘alienazione parentale’. E’ fondamentale, in particolare nei campi dell’assistenza sociale, della scuola, della medicina saper cogliere i segnali di sofferenza dei bambini e dei ragazzi, per poter intervenire. Servono sensibilità e formazione e la giornata di confronto e studio che proponiamo a Reggio Emilia, città in realtà già modello di competenze ed sinergie fra i soggetti attori in materia di prevenzione e cura, va in questa direzione”.

Alla conferenza stampa sono intervenute anche Germana Corradini, dirigente dei Servizi sociali del Comune di Reggio Emilia, Daniela Scrittore del Servizio programmazione del sistema di Welfare e Martina Davanzo dell’associazione Rompere il silenzio-La voce dei bambini, che hanno a loro volta integrato il quadro di riferimento e presentato aspetti del convegno.

DATI DEI SERVIZI SOCIALI – “Negare la sofferenza dei minori può essere facile – ha detto la dirigente Germana Corradini – per una serie di motivi diversi. Nostro compito è acquisite consapevolezza, cogliere gli scenari e intervenire nel miglior modo possibile, a cominciare dalla formazione degli operatori”.

I nuovi casi di abusi e maltrattamenti su minori in carico ai Servizi sociali del Comune di Reggio Emilia sono erano 36 nel 2016, sono stati 47 nel 2017.

Nel 2017 i casi di violenze sui minori in carico agli stessi Servizi sociali comunali sono stati complessivamente 196, di cui:

  • 28 casi di violenza fisica
  • 23 di violenza sessuale
  • 117 di violenza assistita (ad esempio, un minore che assiste a violenze tra altri membri della sua famiglia)
  • 12 casi di trascuratezza grave
  • 13 di maltrattamenti psicologici
  • 3 casi di pedo-pornografia.

“Da sottolineare – ha aggiunto Corradini – che questi casi di violenza avvengono abitualmente nell’ambito della rete amicale o parentale. Di solito non si tratta cioè dell’orco misterioso, ma di persone solidamente assai vicine alla vittima e da essa conosciute. Le segnalazioni ci provengono da varie fonti e con modalità diverse: contatti con la famiglia, con la scuola, con l’Asl con cui collaboriamo strettamente, con ambienti di vita o con situazioni di denuncia”.

L’INCONTRO – ‘Quale speranza di ascolto e cura per la sofferenza dei bambini?’ si aprirà con il saluto del vicesindaco di Reggio Emilia, con delega al Welfare, Matteo Sassi, quindi interverranno esperti quali Claudio Foti, direttore scientifico del Centro studi Hansel e Gretel (“Eppur si muove. Cosa sta cambiando nell’ascolto della sofferenza dei bambini. Presentazione delle linee guida di Rompere il silenzio”), Andrea Coffari, avvocato (“Cultura della pedofilia e cultura del negazionismo”), Dante Ghezzi pricoterapeuta del centro Diana di Milano che presenterà il suo contributo al volume in via di pubblicazione “Curare i bambini abusati” a cura di Mariella Malacrea; Cleopatra D’Ambrosio psicoterapeuta e consulente tecnico al tribunale di Brescia (“I bambini a bagnomaria. L’urgenza della cura”).

Seguiranno i contributi di Germana Corradini dirigente dei Servizi sociali e l’Intercultura del Comune di Reggio Emilia, Gaddomaria Grassi direttore del dipartimento di Salute mentale e Dipendenze patologiche dell’Asl di Reggio Emilia e dei diversi professionisti di questi Servizi, sul ruolo degli stessi Servizi nell’ascolto e nella cura dei traumatizzati. Quindi interventi che porranno i evidenza le tematiche affrontate da angolature psicologiche ed educative: la psicologa e psicoterapeuta Maria Rosa Dominici (“Il disegno e il gioco: codici dei bambini muti”), la pedagogista e formatrice Francesca Imbimbo (“L’educatore come testimone soccorrevole”).

Vi sarà poi spazio per la presentazione della dispensa L’arte del kitsugi con le vittime. Recuperare, connettere e impreziosire i frammenti dell’esperienza traumatica con Martina Davanzo del direttivo di Rompere il Silenzio, l’avvocato Francesca Guazzi e le psicoterapeute Lisa Gilioli, Katia Guidetti e Sarah Testa.

Infine, i contributi della pediatra Elena Ferrari su “Cosa vedono e cosa ascoltano i pediatri?”) e Paola Crosetto insegnante e formatrice del Centro studi Hansel e Gretel onlus di Torino su “Handicap, ascolto e intelligenza emotiva”.

Il fenomeno della violenza sui minori – ci dicono i dati del Coordinamento italiano dei servizi contro il maltrattamento e l’abuso all’infanzia (Cismai) e di Terres des homme, che hanno fatto nel 2013 la prima ricerca in Italia – è largamente sottostimato nel nostro Paese. Il dato nazionale si attesta attorno ai 4,2% dei bambini e ragazzi in carico ai Servizi sociali a fronte di dati che oscillano tra il 7 e il 10% in Europa e negli Stati Uniti. Questo significa che c’è una difficoltà nella intercettazione e nella individuazione precoce, anche se molto in questi anni è stato fatto in questa direzione sia a livello legislativo che con linee guida regionali.

Il rischio di essere adescati, manipolati, coinvolti in condotte e comportamenti di sopraffazione e di violenza sia fisica che psicologica non è legato esclusivamente a situazioni di povertà familiare o educativa. L’accesso alla rete e al web amplifica questi rischi e richiama tutti ad una maggiore attenzione e responsabilità.

La pedofilia e gli abusi sessuali nei confronti di minorenni inoltre sono un fenomeno grave e inquietante e da non sottovalutare. I comportamenti degli abusanti nascondono molte insidie. Fanno leva sul desiderio e sulla vergogna. Spesso le vittime sono inconsapevoli. L’esposizione a esperienze di violenza e di pedofilia lascia sempre tracce di sofferenza e traumi ed è destabilizzante per il percorso evolutivo dei bambini e dei ragazzi, per il loro mondo emotivo e affettivo.

Lo sforzo che le istituzioni, il sistema scolastico e i presidi socio-sanitari stanno facendo per contrastare questi fenomeni va nella direzione di un lavoro comune a livello territoriale, garantendo il dialogo e i supporti necessari per il recupero e l’accoglienza emotiva delle difficoltà e della sofferenza, primi passi necessari per sostenere le vittime. Sempre più attenzione inoltre viene posta alla capacità di riconoscere i segnali di rischio attraverso investimenti in programmi di formazione e servizi utili alla prevenzione. E’ importante altresì, qualora se ne venga a conoscenza, denunciare alle forze dell’ordine o segnalare ai Servizi sociali. Il tema è leggibile anche sotto il profilo economico, se si considera l’affermazione del premio Nobel dell’Economia James Heckman, per cui ogni dollaro investito nella prima infanzia su bambini a rischio genera un risparmio futuro di 7 dollari.

Per informazioni sul convegno: ris.lavocedeibambini@gmail.com – Per iscrizioni al convegno: info@cshg.it