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Festa della mamma con visite reumatologiche gratuite per le donne al Santa Maria Nuova


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In occasione dell’H Open day dedicato alle patologie reumatiche e promosso dall’Osservatorio sulla salute della donna – Onda, venerdì 11 maggio dalle ore 9 a mezzogiorno al Santa Maria Nuova alle donne sarà offerto un consulto gratuito per il riconoscimento precoce e l’inquadramento delle artriti all’esordio. Le visite potranno essere prenotate chiamando dalle ore 14 alle ore 15, entro il 10 maggio, al numero di telefono 0522-295837. In totale sono a disposizione 32 appuntamenti.

Le malattie reumatiche causano disturbi a carico dell’apparato locomotore e in generale dei tessuti connettivi dell’organismo. Rappresentano un gruppo molto eterogeno di malattie e si presentano con espressione e gravità differenti colpendo oltre 3,5 milioni di donne italiane. Spesso l’esordio in giovane età impatta sulla qualità della vita, sulla salute riproduttiva e sulla pianificazione familiare. Obiettivo della giornata cui aderisce l’Azienda Usl Irccs di Reggio Emilia é promuovere la corretta informazione e l’accesso ai percorsi specialistici diagnostico-terapeutici dedicati alle malattie reumatiche autoimmuni.

Ogni anno l’ambulatorio dell’Arcispedale per il riconoscimento precoce delle artriti fa 80 nuove diagnosi di artrite reumatoide e altrettante di Spondilo Artropatie che si distinguono in artrite psoriasica, artrite associata alle malattie infiammatorie intestinali, spondilite anchilosante, artrite associata alle uveiti. L’ambulatorio è aperto dal 2005, vi si accede direttamente senza prenotazione e attraverso il canale delle visite reumatologiche urgenti. Con apertura dalle ore 9 alle ore 12 dal lunedì al sabato. Obiettivo dell’ambulatorio è quello di offrire un accesso facile e rapido (entro 7 giorni) sia ai pazienti che ai medici di base per un consulto qualificato e di identificare le pazienti con Artrite reumatoide precoce per valutazioni di immunogenetica e di eventuale partecipazione a studi clinici.

“Ci sono innumerevoli prove delle gravi conseguenze dell’infiammazione articolare cronica non curata o sotto-curata e degli importanti benefici ottenibili con un trattamento precocemente aggressivo delle poliartriti croniche. Diversi studi hanno dimostrato l’importanza della precoce consulenza, della diagnosi e inizio della terapia”- spiega la reumatologa Fulvia Rossi, referente per le poliartriti al Santa Maria Nuova -. “La necessità di una diagnosi e di un trattamento anticipato (entro 4-6 settimane dall’esordio) dell’artrite reumatoide (AR) hanno assunto – dice – una sempre maggiore importanza per i reumatologi. L’accuratezza di una diagnosi precoce può essere problematica e i sintomi di un’artrite di nuovo inizio non sono specifici. L’ambulatorio istituito a Reggio Emilia, è stato il primo in Italia volto a offrire al paziente reumatico le migliori condizioni per una rapida diagnosi e terapia della AR”.

Recenti ricerche hanno dimostrato che i pazienti con AR, specialmente quelli con malattia più grave, hanno un rischio aumentato di attacchi di cuore o di ischemie cerebrali. E’ importante quindi analizzare con il proprio medico il rischio personale di sviluppare queste complicanze e del modo più corretto per ridurlo al minimo. L’iniziativa dell’11 maggio punta a fare prevenzione offrendo la possibilità di stabilire una diagnosi precoce e accurata per favorire che chi ha sintomi di meno di 3 mesi di durata possa iniziare il trattamento più appropriato nel più breve tempo possibile.

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L’ARTRITE REUMATOIDE

Che cos’è?

L’artrite reumatoide (AR) è una malattia cronica che causa dolore, rigidità, tumefazione e limitazione al movimento e alla funzione di molte articolazioni. Sebbene le articolazioni siano la sede principale dell’infiammazione la malattia può colpire anche altri organi interni come ad esempio la pleura o il polmone. Uno dei sintomi più importanti dell’AR attiva è la rigidità delle articolazioni tipicamente molto più intensa al mattino e che può durare alcune ore (ma a volte anche tutto il giorno) e che migliora con il movimento. Questa caratteristica della malattia è un importante criterio diagnostico perché è rara in altre forme di artrite. Per esempio l’artrosi causa raramente rigidità mattutina superiore ai 20 minuti. Sebbene l’AR possa colpire tutte le articolazioni del corpo, in genere coinvolge più frequentemente le piccole articolazioni delle mani e dei piedi in modo simmetrico. Altri sintomi dell’artrite reumatoide possono essere stanchezza, febbricola, perdita dell’appetito, sensazione di occhio secco o bocca secca (é una forma conosciuta come sindrome di Syogren). In una parte di paziente possono comparire noduli (detti reumatoidi) che si sviluppano sotto la pelle dei gomiti o delle dita delle mani, in genere dopo anni di malattia

 

Qual è la causa?

L’AR è considerata una malattia autoimmune: causata, cioè, da certi tipi di cellule del sistema immunitario che non funzionano più in modo corretto e aggrediscono le articolazioni sane. La causa della malattia resta sconosciuta ma sono in corso ricerche molto approfondite che stanno scoprendo quali sono le sostanze che causano l’infiammazione. La sede fondamentale della infiammazione nella AR è la membrane sinoviale che è una sottile striscia di tessuto che riveste all’interno le articolazioni. Le cellule del sistema immunitario passano dal sangue nella membrana sinoviale e rilasciano certi tipi di sostanze chimiche che causano il dolore, il gonfiore e che, alla lunga, danneggiano la cartilagine articolare e le ossa. Recenti ricerche hanno permesso inoltre di definire meglio i fattori di tipo genetico e di tipo immunitario che sono coinvolti nella malattia. Il risultato di queste ricerche è stato lo sviluppo di nuovi farmaci che in maniera selettiva bloccano i segnali utilizzati dal sistema immunitario per scatenare l’infiammazione e il danno articolare. Per merito di queste ricerche l’evoluzione dell’artrite reumatoide (AR) è migliorata in modo spettacolare per le persone con AR iniziale. Nonostante questo l’AR resta una malattia molto seria che può variare nei diversi pazienti sia come gravità di sintomi che come evoluzione. In ogni caso le nuove terapia ora a disposizione riescono in una percentuale rilevante di casi a fermare la  malattia o almeno a rallentarne l’evoluzione. La maggior parte di queste nuove terapie è stata introdotta negli ultimi 10 anni per l’enorme sviluppo che c’è stato nella comprensione dei meccanismi che causano l’infiammazione articolare.

 

Chi si ammala?

L’AR è la forma più comune di artrite infiammatoria ed almeno 500mila italiani ne sono affetti. Più dei due terzi dei pazienti sono donne e quasi l’uno per cento delle donne può ammalarsi di AR nel corso della vita. La malattia in genere comincia tra i 40 e i 60 anni, ma si può sviluppare ad ogni età.

 

Come viene diagnosticata?

L’AR può essere difficile da diagnosticare perchè l’inizio può essere graduale e con sintomi aspecifici. Molte malattie, specie all’inizio, possono assomigliare all’AR. Per questo motivo i pazienti con possibile AR dovrebbero sempre essere visitati da un reumatologo, che è lo specialista con le necessarie conoscenze ed esperienza che permettono di arrivare ad una diagnosi precisa e di impostare il migliore trattamento. La diagnosi di AR si basa sui sintomi riportati dal paziente e sull’esame reumatologico che permette di riscontrare la presenza di dolore, gonfiore e calore a livello delle articolazioni. Ci sono inoltre alcuni esami di laboratorio che aiutano nella diagnosi. Anche le radiografie sono molto utili nel riconoscere una AR; tuttavia, all’inizio della malattia sono alterate solo nel 20% dei pazienti. L’utilizzo delle radiografie è molto più indicato nel valutare la progressione della malattia. Molto importante quando si sospetta una AR è la valutazione ecografica delle articolazioni: tale esame può riconoscere una infiammazione anche quando questa non è evidente alla visita del paziente. E’ comunque importante sapere che non esiste nessun esame singolo che possa diagnosticare una AR, ma solo il reumatologo, mettendo insieme i sintomi del paziente, le anomalie riscontrabili alla visita, i test di laboratorio e le radiografie o le ecografie articolari, può arrivare alla diagnosi corretta.