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Centro di permanenza per i rimpatri a Modena, il Sindaco: “garanzie su personale e diritti”


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L’apertura a Modena di un nuovo Cpr, un Centro di permanenza per i rimpatri previsto dal decreto 13 del 2017 come strumento per prevenire il fenomeno della clandestinità, può avvenire “solo a condizione di assicurare personale aggiuntivo, qualificato e adeguatamente formato, e di offrire piene e totali garanzie per il rispetto dei diritti umani e della dignità delle persone”. Il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli, al termine dell’incontro con i parlamentari sui temi della sicurezza, ribadisce ciò che aveva già sottolineato presentando il documento condiviso con i sindaci del territorio: “O c’è chiarezza sul personale delle forze dell’ordine, che per il Cpr deve essere aggiuntivo rispetto all’attuale pianta organica e non deve sostituire i rinforzi che abbiamo già chiesto per le altre attività, oppure non si fa. Non possiamo togliere agenti da altre attività”.

Come aveva già affermato in Consiglio comunale in occasione di una discussione sul tema, inoltre, il sindaco Muzzarelli ha ricordato che con la nuova normativa in materia di protezione internazionale i Centri sono stati modificati rispetto ai Cie e i Cpr hanno l’obiettivo di garantire la effettiva esecuzione dei provvedimenti di espulsione e allontanamento degli stranieri in posizione di soggiorno irregolare, ma “nella nuova struttura è indispensabile che ci siano le condizioni per assicurare l’assoluto rispetto della dignità umana e la possibilità per i rappresentanti delle istituzioni del territorio di controllare puntualmente che questo avvenga”.