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Nuovi spazi e nuove tecnologie per i Musei del Duomo di Modena


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Installazioni multimediali e interattive, laboratori didattici per bambini, sale per mostre temporanee, sale tematiche dedicate alla storia del Duomo di Modena e dei suoi tesori. E’ quanto prevede il piano di riqualificazione e ampliamento della sede espositiva dei Musei del Duomo che, per un valore di oltre 800 mila euro, verrà avviato nei prossimi mesi nella sede accanto alla Ghirlandina, il cui accesso è stato ridisegnato lo scorso anno per offrire un servizio più efficace a visitatori e turisti nell’ambito della promozione e della valorizzazione del sito Unesco.

Ciò è reso possibile dal protocollo d’intesa sottoscritto nel giugno del 2017 tra Comune di Modena e Ministero di Grazia e Giustizia, proprietario dell’edificio, che consentirà di trasferire in comodato la gestione della sede museale (quella attuale e i nuovi spazi di ampliamento) dall’Amministrazione degli Archivi Notarili al Comune in accordo con la Basilica Metropolitana, superando la precedente locazione. La convenzione che ufficializzerà il passaggio è in corso di definizione e prevede sia l’impegno all’ampliamento degli spazi museali sia la concessione in uso agli Archivi Notarili di un deposito di circa 600 metri quadri per la documentazione, già individuato nell’area della stazione ferroviaria di piazza Manzoni.

Con la convenzione, quindi, si procederà all’allargamento degli spazi museali al piano soprastante il Museo del Tesoro, da anni inutilizzati, in un’area di 443 metri quadri. Il costo dell’intervento di ristrutturazione dei nuovi locali, insieme ad alcuni lavori di riqualificazione, è di 700 mila euro, finanziati da UniCredit per 500 mila euro e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena per 200 mila euro.

Il piano prevede anche la riqualificazione del cortile, finanziato con risorse della legge 77 del 2006 sui siti Unesco e gestite dal Coordinamento Unesco dei Musei Civici (100 mila euro): rinnovo della pavimentazione; nuove sedute in pietra, nuova illuminazione, restauro dell’inferriata e risistemazione del verde. L’obiettivo è creare un luogo di accoglienza delle comitive turistiche e delle scolaresche ma anche uno spazio aperto alla città, sede di attività ed eventi culturali. A questi finanziamenti si aggiungono altri 40 mila euro, concessi nei giorni sulla stessa legge, che verranno destinati agli apparati multimediali dei Musei del Duomo.

Il progetto complessivo è stato illustrato in una conferenza stampa alla quale hanno partecipato il sindaco Gian Carlo Muzzarelli; il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena Paolo Cavicchioli; il presidente di UniCredit Giuseppe Vita e il direttore Generale UniCredit Gianni Franco Papa (insieme al vice presidente vicario Vincenzo Calandra Bonaura e al consigliere di amministrazione Cesare Bisoni); il rappresentante della Basilica Metropolitana monsignor Luigi Biagini, la direttrice dei Musei del Duomo Giovanna Caselgrandi e l’architetto Elena Silvestri che ha curato il progetto di riqualificazione.

Come per i Musei delle grandi cattedrali italiane – Firenze, Milano, Pisa, Lucca – anche per i Musei del Duomo di Modena l’ampliamento degli spazi espositivi renderà possibile la realizzazione, in una seconda fase, di nuovi allestimenti secondo le moderne tecniche di comunicazione. Un percorso multimediale potrà raccontare la storia artistica e architettonica del Duomo e la sua interazione con la storia cittadina.

Un’altra sala tematica potrà mostrare la collezione di 20 arazzi della Basilica, capolavori fiamminghi della metà del Cinquecento. Sempre con tecniche multimediali che utilizzano la realtà aumentata e l’interattività multisensoriale sarà possibile illustrare il contenuto delle immagini, le tecniche di realizzazione e restauro, il quadro di riferimento storico e geografico.

I Musei del Duomo fanno parte dal 2015 del sistema del Biglietto unico del sito Unesco, insieme alla Ghirlandina, alle Sale storiche del Palazzo municipale e all’Acetaia comunale. In tre anni i visitatori sono passati da circa 8.500 a oltre 14 mila a fine 2017, considerando anche i laboratori didattici del progetto “A scuola con l’Unesco” promosso e coordinato dai Musei Civici, mentre sono state attivate anche collaborazioni con enti locali e università, creati laboratori didattici per scuole e famiglie, promosso un centinaio di eventi “miranti alla valorizzazione del patrimonio museale e di quello della Cattedrale di cui costituiscono un indispensabile complemento” spiega la direttrice Caselgrandi sottolineando come il finanziamento del progetto di ampliamento “non faccia che confermare che ci si è mossi nella giusta direzione, aprendo i Musei alla città per rendere quanto più conoscibili e apprezzabili le opere d’arte in essi custodite. Ci si augura che questo rinnovamento possa rispondere alle esigenze di un pubblico sempre più vasto”.

DAL XIII SECOLO AL GIUBILEO DEL 2000

E’ alla fine dell’Ottocento che, accanto al Duomo di Modena, viene fondato il Lapidario per la conservazione delle “memorie” della Cattedrale, ma è con il Giubileo del 2000 che viene realizzato il Museo del Tesoro e aprono i Musei del Duomo nell’edificio di via Lanfranco la cui storia parte dal XIII secolo. Già allora, infatti, in adiacenza al fianco settentrionale del Duomo, c’era un chiostro attorno a cui si articolavano le Canoniche, le Sagrestie e alcune botteghe.

Negli anni 1474-77 gli ambienti delle Canoniche vennero totalmente rinnovati e fu aggiunto un portico superiore, in parziale addossamento al prospetto settentrionale del Duomo. Il terremoto del 1501 causò danni, oltre che al Duomo, anche a questi edifici, per cui seguirono interventi di riparazione.

Dopo il Concilio di Trento l’edificio delle Canoniche, che interessava tutto l’isolato dal Duomo fino a Via Emilia, venne parzialmente adattato a sede del Seminario.

Nei secoli successivi il chiostro venne utilizzato anche come luogo di sepoltura.

Verso la fine del 1700, nell’ambito del piano generale di rinnovamento urbanistico della città voluto da Francesco III d’Este, sia la parte adibita a Seminario che la parte in uso al Capitolo e ai Canonici vennero totalmente ricostruite e l’edificio assunse le forme attuali. A seguito delle disposizioni napoleoniche del 1798 i locali furono forzatamente alienati e riconsegnati al clero solo nel 1803.

Nel 1826 la sede del Seminario fu spostata nell’ex convento francescano di Corso Canalchiaro, dove si trova tuttora.

A fine ‘800 presso il portico a nord del cortile venne fondato il Lapidario, luogo deputato alla conservazione delle ‘memorie’ della Cattedrale e del ricovero delle sue sculture.

In occasione degli interventi dei primi anni del 1900, volti ad isolare il Duomo dagli addossamenti esterni in nome del rispristino dell’assetto romanico originario, vennero demoliti il portico e il loggiato che occupavano l’attuale Via Lanfranco, nonostante il parere discorde della Giunta Superiore delle Belle Arti. Una porzione del loggiato fu ricomposta a ridosso della parete est del cortile, a memoria di ciò che c’era un tempo. In occasione di tali interventi il cortile venne sistemato a ghiaia e al centro venne creata un’aiuola di verde in cui furono piantumate essenze arboree.

Nel corso del XX secolo l’edificio è stato frazionato e venduto a diverse proprietà. Il Ministero di Grazia e Giustizia ha acquisito gran parte dei locali e li ha adibiti a sede dell’Archivio Notarile.

Durante la seconda guerra mondiale gli edifici attorno al cortile hanno subito ingenti bombardamenti, a cui sono seguiti interventi di ricostruzione.

In occasione del Giubileo dell’anno 2000 nei locali siti al primo piano a nord del cortile è stato realizzato il Museo del Tesoro. Questi locali e quelli corrispondenti al piano superiore attualmente sono di proprietà in parte del Capitolo Metropolitano, in parte del Ministero di Grazia e di Giustizia.

 

“SALTO DI QUALITÀ PER IL SITO UNESCO”

“Un ulteriore salto di qualità dei Musei del Duomo, di tutto il sito Unesco, del patrimonio culturale della città”. Il sindaco Gian Carlo Muzzarelli ha introdotto così la conferenza stampa di presentazione dei progetti di ampliamento dell’istituto culturale sottolineando, in particolare, come l’operazione sia stata resa possibile dalla collaborazione istituzionale (“un vero e proprio gioco di squadra”) che, oltre al Comune e alla Basilica Metropolitana, ha coinvolto il ministero di Grazia e Giustizia, la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, Unicredit e il coordinamento Unesco dei Musei civici.

Il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena Paolo Cavicchioli ha ringraziato UniCredit “per l’attenzione prestata a questo progetto in coerenza con gli interventi già finanziati per il Duomo e la Ghirlandina”. Cavicchioli ha poi ringraziato quanti – in primo luogo Comune e Curia – “si occupano quotidianamente della tutela di luoghi che sono alla base dell’identità spirituale e civica della nostra città”.

“Siamo orgogliosi – ha affermato il presidente UniCredit Giuseppe Vita – di sostenere questo progetto, volto alla valorizzazione di un bene che ha sede e cuore a Modena ma il cui valore storico e culturale è noto ben oltre i confini di questo territorio. UniCredit, Gruppo bancario paneuropeo che a Modena affonda parte delle proprie radici storiche non ha mai fatto mancare il proprio sostegno per la salvaguardia del complesso architettonico riconosciuto dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità”.

“Il nostro Gruppo – ha aggiunto il direttore generale di UniCredit Gianni Franco Papa –  ha infatti contribuito a finanziare nel tempo anche le importanti campagne di restauro che hanno consentito di riportare il Duomo e la torre Ghirlandina al loro originario splendore e di preservarne la bellezza. Proseguiamo ora questo percorso con la valorizzazione dell’inestimabile patrimonio culturale costituito dai Musei del Duomo. Ciò, ancora una volta in stretta sinergia con la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena con la quale proseguiamo un cammino di proficua collaborazione su più fronti per lo sviluppo del territorio”.

“Riconoscenza e gratitudine” sono state espresse da monsignor Luigi Biagini che ha portato il saluto dell’arcivescovo Erio Castellucci e ha sottolineato, insieme alla direttrice Giovanna Caselgrandi, l’impegno dei volontari per garantire l’apertura dell’istituto e l’importanza della collaborazione che si è sviluppata in città per lo sviluppo dei Musei del Duomo.

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(Foto, da sinistra: l’architetto Elena Silvestri, la direttrice dei Musei del Duomo Giovanna Caselgrandi, il rappresentante della Basilica Metropolitana monsignor Luigi Biagini, il sindaco Gian Carlo Muzzarelli, il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena Paolo Cavicchioli, il presidente di UniCredit Giuseppe Vita e il direttore Generale UniCredit Gianni Franco Papa)