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Storie vissute di preti nello spettacolo di Giuliana Musso, mercoledì a Soliera


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Mercoledì 31 gennaio, nuovo appuntamento con Arti Vive Habitat, la stagione teatrale di Soliera. Alle ore 21.15, sul palco del Nuovo Cinema Teatro Italia di via Garibaldi 80, sale Giuliana Musso, una delle attrici/autrici più stimate per la necessità del proprio teatro e per la forza versatile delle proprie performance d’interprete.

Con “La fabbrica dei preti”, la Musso mette in scena uno spaccato di vita nei seminari italiani degli anni ’60 e prosegue quel lavoro di ricerca sociale che aiuta a ricordare e ricostruire tasselli di storie vissute, dimenticate o nascoste. Lo spettacolo, ispirato a “La fabriche de predis” di don Pietrantonio Bellina, sacerdote friulano, restituisce l’immagine di una società negli anni del Concilio Vaticano II ed è apertamente dedicato a quei ragazzi che, nel ’65, pronunciarono i voti. Giuliana Musso ricostruisce tre testimonianze, tre storie di vita di preti ribelli, controcorrente, semplicemente onesti, memori di un’educazione che rivela un sistema gerarchico e proibitivo, fatto di giorni uguali, di banchi uguali, finestre, letti, tavoli, lavandini uguali e ragazzi in fila, contrassegnati non più da nomi ma da numeri. La descrizione che ne emerge ricorda i regimi militari di un tempo dove le regole erano fisse ed era proibito tutto, anche pensare.
Dai seminari venivano sfornati preti in serie che si ritrovavano impreparati alla vita stessa e obbligati a fare i conti con un mondo che fino a quel momento non conoscevano affatto.
Lo spettacolo fa riemergere tematiche tabù secondo il punto di vista del tempo come, ad esempio, la geografia del corpo, diviso in parti lecite e meno lecite, oppure, le donne, innominabili, simili ad ‘animali mitologici’, incarnanti il peccato, ostacoli per arrivare a Dio. Vengono messi in discussione secoli di “mentalità perversa capace solo di generare perversi” incapaci di distinguere veramente il bene dal male, incapaci di riconoscere l’amore vero.
La disciplina centenaria venne scalfita grazie anche a quella piccola rivoluzione che fu il Concilio Vaticano II tra il 1962 al 1965, grazie alle parole dei protagonisti di quel grandioso evento come furono quelle del “Discorso alla Luna” di Papa Giovanni XIII.
Lo spettacolo scorre alternato a proiezioni di fotografie d’archivio che restituiscono l’atmosfera di un tempo passato ma ancora presente nella memoria storica collettiva, un passato su cui sono state gettate le fondamenta della nostra società e in cui poter trovare ancora spunti per riflettere.
Info e biglietteria: 059.859665, 347.3369820, cinemateatroitalia@fondazionecampori.it