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Canoni idrici non versati per quasi 7 milioni di euro: segnalati alla Corte dei conti 31 pubblici dipendenti


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La Guardia di Finanza di Bologna, a conclusione di una vasta operazione a tutela del
bilancio della Regione Emilia-Romagna, ha constatato un danno erariale di 8.355.218 euro
derivante dalla cattiva gestione delle risorse idriche regionali e rimesso all’apprezzamento
della Procura Regionale della Corte dei conti di Bologna, per la valutazione dei connessi
profili di responsabilità, la posizione di trentuno pubblici dipendenti.

La complessa attività di servizio, a tutela della finanza pubblica, riguarda il più ampio tema
dell’erogazione di acque pubbliche in assenza di concessioni e/o per usi diversi da quelli
assentiti.
All’esito di appositi controlli svolti dai finanzieri del Gruppo Tutela Spesa Pubblica del Nucleo
di Polizia Economico-Finanziaria di Bologna presso l’Agenzia regionale per la prevenzione,
l’ambiente e l’energia dell’Emilia-Romagna (ARPAE) – alla quale sono oggi demandate le
funzioni di concessione, autorizzazione, analisi, vigilanza e controllo in materia –, le Fiamme Gialle bolognesi hanno constatato, in relazione al periodo 2001/2017, mancati versamenti di canoni idrici per complessivi euro 6.978.114.
In particolare, nell’esaminare le modalità di gestione della risorsa idrica presso due consorzi
di bonifica della provincia, risultavano varie irregolarità riferite a forniture di acqua, per usi
diversi da quelli irrigui in agricoltura, avvenute in assenza di titoli autorizzativi o con modalità difformi alla normativa vigente.
I militari hanno constatato, nello specifico, come i citati consorzi abbiano distribuito risorse
idriche ad una serie di soggetti (in prevalenza società di capitali) anche per finalità industriali, antincendio, igienico ambientale, etc., in assenza di atti autorizzativi idonei e, quindi, senza il versamento dei rispettivi canoni da parte degli utilizzatori alla Regione Emilia Romagna.
Gli esiti delle attività complessivamente condotte sono ora al vaglio della Procura Regionale
della Corte dei conti di Bologna, alla quale la Guardia di Finanza felsinea ha rimesso la
posizione di 26 pubblici dipendenti (dei ruoli direttivi/dirigenziali) che per declaratoria erano
preposti, a vario titolo, alla gestione del demanio idrico regionale, nonché di 5 dirigenti
regionali che nel tempo non hanno provveduto a definire le strategie necessarie per
superare le criticità stratificatesi nel corso degli anni, con conseguente lievitazione dei costi
di funzionamento dell’apparato burocratico approntato per tali finalità di ulteriori 1,3 milioni
di euro.
L’attività odierna testimonia ancora una volta l’impegno profuso dal Corpo nel controllo della corretta ed efficace gestione delle risorse comuni al fine di salvaguardare l’integrità dei bilanci pubblici.