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Referendum per una nuova scuola a Cavriago, l’intervento del sindaco


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“Scuola Rodari: se il comitato che chiede un referendum per la realizzazione di una nuova scuola va avanti su questa strada, ciò comporterà un danno doppio per la comunità di Cavriago. Non c’è la copertura finanziaria per realizzare una nuova scuola, perciò l’amministrazione non può iniziare un’opera senza copertura certa. Sarebbe un atto illegittimo. Oltretutto un eventuale referendum tarderebbe l’inizio dei lavori di messa in sicurezza della scuola Rodari, lavori prioritari che ora, dopo l’escussione della fideiussione nei confronti di Cariparma, siamo in grado di iniziare”.

Il sindaco di Cavriago Paolo Burani interviene, con queste parole, rivolgendo un appello al comitato che da tempo chiede una nuova scuola anziché la ristrutturazione della scuola esistente.

In particolare nella proposta di referendum il Comitato chiede una nuova struttura per la scuola media inferiore e il trasferimento di tutte le elementari negli attuali plessi di via De Amicis e via Del Cristo. Per il comitato gli importi per i due interventi sarebbero “3.872.000 euro per la nuova Media (2.200 mq); 3.000.000 euro per la ristrutturazione della Rodari (1.900 mq) più 300.000 euro per il noleggio delle strutture temporanee necessarie per ospitare gli studenti nel corso dei lavori. La nuova scuola verrebbe costruita su un’area comunale, in euro, al netto della fideiussione che copre parzialmente l’intervento sulla Rodari – pari a 2.762.000 sarebbero coperte dall’alienazione dei diritti edificatori di proprietà dell’Azienda Speciale (che ammontano a 916.060,18 euro), dalla vendita delle azioni Iren di proprietà del Comune attualmente cedibili (pari a n. 340.061 quote, valore di mercato di una quota 2,43 euro, ricavo della vendita 826.348 euro) e dagli oneri di urbanizzazioni delle prossime due annualità (la seconda annualità andrebbe a finanziare l’ultimo stato di avanzamento dei lavori)”.

“Il quesito non rispetta i criteri contabili per la realizzazione dell’opera”, afferma il sindaco riprendendo il parere espresso dal segretario comunale. Burani evidenzia poi, punto per punto, il perché non è possibile reperire i fondi come indicato dal comitato. “Come si legge nella relazione del Servizio Ragioneria, l’utilizzo, come finanziamento, dell’introito derivante dalla presunta vendita dei diritti edificatori di proprietà dell’Azienda Speciale è subordinata in primo luogo all’effettiva vendita dei diritti stessi, soggetti all’andamento e alle condizioni del mercato, nonché al materiale incasso della somma, condizioni queste indispensabili per la realizzazione della spesa corrispondente”. Per quel che riguarda le azioni Iren, “attualmente producono un incasso annuale per dividendi (euro 137.000), che sarebbe soggetto a variazione a seguito dell’alienazione delle azioni. Tale somma allo stato attuale, è determinante per il rispetto degli equilibri di Bilancio e dei vincoli di Finanza Pubblica. L’introito ipotizzato nel quesito è inoltre soggetto all’andamento del mercato azionario, nonché alle valutazioni e considerazioni del broker a cui andrebbe commissionata la vendita delle quote. Anche per la vendita delle azioni Iren, come per i diritti edificatori, il materiale incasso della somma rimane condizione indispensabile alla realizzazione della spesa corrispondente”. In merito alla possibilità di utilizzare gli oneri di urbanizzazione del biennio 2018-2019, si evidenzia che “la normativa prevede che il finanziamento dell’opera deve trovare copertura sin dal momento dell’attivazione del primo impegno, con riferimento all’importo complessivo della spesa di investimento. Non è possibile finanziare un investimento con entrate previste a Bilancio su annualità future”.

Siccome il Comitato dei garanti ha valutato il 15 dicembre come “ammissibile il testo del referendum” (esprimendosi solo sulla ricevibilità e sulle ammissibilità formali) e ha rimandato al Consiglio Comunale “le valutazioni sulla concreta fattibilità ed appaltabilità dell’opera”. La sera del 21 dicembre il consiglio di Cavriago si è espresso sulla questione con un ordine del giorno supplettivo. Si ricorda infatti che – come si legge nell’Articolo 52 dello Statuto dei Referendum – se un referendum può produrre “danni economici, patrimoniali od erariali in capo all’Ente, il sindaco può convocare tempestivamente il consiglio comunale” per “deliberare di non sospendere l’efficacia del provvedimento o dell’atto o della materia oggetto di quesito referendario”. L’iter per ristrutturare la Rodari continua.