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La Cia celebra 40 anni di attività a Gattatico di Reggio Emilia


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Le radici della Confederazione Italiana Agricoltori si possono individuare anche nel pensiero di Emilio Sereni, politico e studioso di agricoltura che ricoprì la carica di presidente dell’Alleanza contadini sorta nel 1955. Questo impegno politico e sindacale si accompagnò sempre alla ricerca empirica e alla riflessione teorica interdisciplinare (pubblicò nel 1961 “Storia del paesaggio agrario italiano” che costituisce un punto di riferimento di studenti e studiosi) ed evidenziò sin da allora i limiti della presenza italiana e dell’agricoltura in Europa.

La Cia- Agricoltori italiani, celebra 40 anni di attività ricordando Emilio Sereni, tra i primi dirigenti contadini del dopoguerra, a Gattatico, presso il museo Cervi. All’iniziativa sono state ricordate le tappe che hanno portatole prime aggregazioni tra contadini all’odierna Cia che in Emilia Romagna oggi associa oltre 21 mila imprese – su 63 mila dell’Emilia Romagna – che generano una Plv, produzione lorda vendibile di oltre 1,4 miliardi di euro, una ‘fetta’ importante dell’economia regionale.   “Va ricordato che durante il ventennio fascista i vecchi sindacati erano stati sciolti e sostituiti dalle Corporazioni per Categoria – ha detto Cristiano Fini, presidente vicario della Cia Emilia Romagna – e dopo la seconda guerra si costituisce in Italia la Confederterra, che per alcuni anni rappresenta gran parte degli agricoltori.
Dallo scioglimento della Confederterra nasce nel 1955 l’Alleanza Nazionale dei Contadini per meglio rappresentare gli interessi dei piccoli proprietari e degli affittuari, mentre la Federmezzadri rappresenta i Mezzadri”.
Negli anni successivi tre organizzazioni sindacali agricole decidono di avviare un percorso di unificazione, sono l’Alleanza Nazionale Contadini, la Federmezzadri e l’Uci, che assieme diedero origine alla Costituente Contadina al quale dal dicembre 1977 vide la nascita del Confederazione Italiana Coltivatori.
“È in quella occasione che per la prima volta si inverte la tendenza alla frammentazione della rappresentanza agricola  – ha poi detto Fini – mentre un’altra tappa importante è il superamento della dell’anacronistico contratto di mezzadria che avvenne con l’entrata in vigore delle Legge 203 del 1982, grazie alle continue lotte e pressioni sindacali delle tre organizzazioni separate e poi della Cic Confederazione italiana coltivatori, o Confcoltivatori, fondata nel 1977”.
È nell 1992 che la Cic diventa Cia,  per meglio rappresentare tutte le figure impegnate nel mondo dell’agricoltura. A quel tempo il presidente nazionale era Giuseppe Avolio detto Peppino, mentre il presidente regionale era Alberto Gherpelli. Prima di lui Gualtiero Tonti e ancora prima Mario Lasagni.
Emanuele Bernardi, professore de ‘La Sapienza’ di Roma, ha tracciato il profilo di Sereni “chiamato anche “Mimmo” dagli amici – ha detto Bernardi –  che ha svolto tra i contadini e nelle campagne una continua e incessante azione per l’affermazione di una visione della piccola impresa e proprietà.
Sono intervenuti, tra gli altri, il presidente  della Cia reggiana Antenore Cervi e l’Assessore all’agricoltura, della Regione Emilia Romagna Simona Caselli.
Antenore Cervi ha ricordato che “L’elemento fondamentale della storia confederale è la ricerca dell’unità del mondo agricolo, – ha ribadito Cervi – che in buona parte si è concretizzato con Agrinsieme, il coordinamento di Cia, Confagricoltura, Copagri e alleanza delle cooperative agroalimentari”. Simona Caselli, nel ricordare la figura di Sereni ne ha sottolineato il rigore scientifico e le sfide attuali “costituite dal garantire cibo per tutti, come più volte ricordato nel recente G7 agricolo di Bergamo”.
Nel corso della giornata organizzata una esposizione e vendita diretta per la  promozione di prodotti tipici di eccellenza dell’Emilia Romagna.