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Beni culturali: otto milioni e mezzo di euro per il recupero e la valorizzazione della Rocca Brancaleone a Ravenna e del Campo di Fossoli a Carpi


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8 Milioni e mezzo di euro per il completo recupero e la valorizzazione di due siti dall’alto valore culturale e storico dell’Emilia-Romagna. All’unanimità, la Conferenza delle Regioni ha espresso oggi a Roma parere positivo sul piano strategico “Grandi progetti beni culturali”, che per il 2019 prevede lo stanziamento di 65 milioni di euro per 17 interventi nel Paese. Due i progetti finanziati in Emilia-Romagna: quello della Rocca Brancaleone di Ravenna, cui sono destinati 5 milioni di euro, e quello del Campo di Fossoli a Carpi (Mo), cui vanno 3,5 milioni.
“Si tratta di un’ottima notizia per la valorizzazione dei beni culturali e il turismo sia del nostro Paese sia dell’Emilia-Romagna- afferma il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, che presiede anche la Conferenza delle Regioni- la Rocca Brancaleone e il Campo di Fossoli rappresentano infatti progetti importanti per i rispettivi territori e per la nostra regione, dall’alto valore culturale, storico e della memoria, che contribuiscono a rendere l’Emilia-Romagna una terra da conoscere e vivere a pieno”.
Per quanto riguarda la Rocca di Brancaleone, è previsto il consolidamento dei parametri murari, il recupero degli spazi interni e l’ottimizzazione dei servizi ubicati all’interno, per il Campo di Fossoli l’adeguamento dell’illuminazione, l’approvvigionamento idrico e la sistemazione della pavimentazione.
Al via libera al Piano sui Grandi progetti della Conferenza delle Regioni è seguita la ratifica in Conferenza unificata Stato-Regioni, sempre oggi a Roma. “Voglio ringraziare il ministro Franceschini- prosegue Bonaccini- cui va dato atto di aver perseguito con grande determinazione negli anni e nelle diverse fasi attuative questo piano, anche attraverso puntuali confronti con le Regioni e gli enti locali”.
Più in generale, gli interventi mirano non solo alla tutela, allo sviluppo e alla promozione culturale dei siti considerati e al recupero di musei e aree archeologiche rilevanti, ma operano per la valorizzazione della memoria e per il rilancio dell’identità paesaggistica. Ciascun intervento prevede poi due fondi distinti: uno per la progettazione e l’altro per la realizzazione vera e propria delle opere previste. E non si può accedere al secondo se non si è definita e ultimata la fase progettuale. “Oggetto del piano- conclude Bonaccini- sono luoghi simbolo della nostra storia e identità. Per questo invito tutti a fare presto e bene nell’utilizzo di queste risorse”.

In Emilia-Romagna

Rocca Brancaleone – E’ stata costruita nel 1441 dai veneziani quando assunsero il controllo di Ravenna. Il sito si divide in due parti: la Rocca, che oggi ospita eventi come il Ravenna Jazz festival, e la Cittadella, ora adibita a parco per i bambini. Nel 1965 la proprietà è passata al Comune di Ravenna. Fra il 1972 e il 1980 si sono succeduti alcuni interventi di recupero con un duplice obiettivo: recuperare l’immagine originale della fortezza e la sua destinazione ad uso pubblico attraverso la creazione di un parco e un teatro all’aperto.

Campo di Fossoli – Fossoli è stato il campo nazionale della deportazione razziale e politica dall’Italia. Costruito nel 1942 dal Regio Esercito per imprigionare i militari nemici, nel dicembre del 1943 il sito è trasformato dalla Repubblica Sociale Italiana in Campo di concentramento per ebrei. Dal marzo del 1944 diventa Campo poliziesco e di transito, utilizzato dalle SS come anticamera dei Lager nazisti. I circa 5 mila internati politici e razziali che passarono da Fossoli ebbero come destinazioni i campi di Auschwitz-Birkenau, Mauthausen, Dachau, Buchenwald, Flossenburg e Ravensbrück. Dodici i convogli che si formarono con gli internati di Fossoli, sul primo diretto ad Auschwitz, il 22 febbraio, viaggiava anche Primo Levi che rievoca la sua breve esperienza a Fossoli nelle prime pagine di “Se questo e un uomo” e nella poesia “Tramonto a Fossoli”. Con la fine della guerra fu utilizzato fino al 1947 come sito di permanenza per i profughi stranieri, ebrei reduci e rimpatriati. Nel 1996 nasce la Fondazione con lo scopo di diffondere la memoria storica, attraverso la conservazione e valorizzazione del Campo.