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In calo imprese femminili e lavoro rosa in Emilia-Romagna. Bevilacqua (UGL): “Colmare il gap con interventi speciali”


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Gli ultimissimi dati in materia di lavoro femminile in Emilia-Romagna sono purtroppo negativi. A darne notizia è il segretario generale regionale dell’Ugl, Tullia Bevilacqua, che ricorda le ultime statistiche Istat e Unioncamere.

In Emilia-Romagna nel mese di giugno  le imprese attive femminili hanno subito una leggera flessione (-0,3 per cento) rispetto alla stessa data del 2016, ed è una tendenza in calo che si accentua rispetto al trimestre precedente e si evidenzia maggiormente nel quadro economico-lavorativo nazionale.

“Negli ultimi 3 anni la base imprenditoriale femminile regionale dell’Emilia-Romagna ha mostrato un andamento leggermente peggiore rispetto a quello riferito alla compagine femminile nazionale. E in questo settore la nostra regione è dodicesima per crescita. Le imprese in rosa sono aumentate in un terzo delle regioni italiane e sono in costante crescita e da noi sono in sofferenza!”: spiega Tullia Bevilacqua.

E al dato negativo delle imprese femminili si somma l’indicatore dei singoli posti di lavoro  aggiornato pochi giorni fa dall’Istat: con l’aumento della disoccupazione   della componente femminile a livello nazionale che riguarda tutte le classi di età, un trend costantemente negativo dal 2008, prima dell’inizio della lunga crisi economica globale, ad oggi.

“Dal versante femminile i segnali di ripresa invocati da governo e analisti sono davvero scarsi – aggiunge   Tullia Bevilacqua –  e si ha l’impressione che a questo problema non si ponga la necessaria attenzione. Come sindacato siamo in prima linea per sostenere le persone in cerca di lavoro, donne e giovani per primi. E nel merito dell’occupazione ‘rosa’ continuiamo a ripetere che è necessario favorire l’occupazione femminile non soltanto per una questione di equità fra i sessi, ma soprattutto  perché è in grado, più di quella maschile, di produrre più ricchezza, moltiplicare i posti di lavoro nell’indotto e spingere verso l’alto il Pil. Ed è stato dimostrato che per ogni 100 donne che entrano nel mercato del lavoro si possono creare fino a 15 posti aggiuntivi nel settore dei servizi e della scuola, con posti di lavoro che spaziano dall’accudimento dei figli o degli anziani a tutta la gamma dei lavori domestici che la donna che lavora deve affidare ad altri: baby sitter, badante, insegnante dopo scuola, governante , giardiniere etc … Di questo dato non si parla mai abbastanza ed è necessario invece ribadirlo ogni volta”: aggiunge  il segretario generale regionale dell’Ugl Emilia-Romagna.

Per ultimo, Tullia Bevilacqua  ricorda  ancora come le donne nel mondo del  lavorano siano  meno pagate degli uomini  e non rivestano alla pari posti di comando nei settori pubblico e privato: “Permane dunque una visione ristretta, e una mancanza di lungimiranza nel comprendere i cambiamenti che potrebbero consentire la valorizzazione del lavoro femminile e la creazione di ricchezza complessiva nel Paese. Per superare questo gap è  necessario non soltanto un approccio più avveduto rispetto alla tematica femminile, ma anche una riforma delle leggi che consentano una reale parità nel mondo del lavoro tra uomo e donna”: conclude il segretario generale regionale dell’Ugl Emilia-Romagna.