Home Economia Riflessioni di FAIB-Confesercenti Modena su impianto carburante all’ex Cisa-Cerdisa

Riflessioni di FAIB-Confesercenti Modena su impianto carburante all’ex Cisa-Cerdisa


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È nota la preoccupazione dei gestori delle stazioni di servizio dell’area sassolese – ma pure in quelle limitrofe – di fronte alla prospettiva dell’apertura di un distributore di carburante della Grande Distribuzione Organizzata (GDO). Si teme per la perdita del lavoro come pure per la chiusura degli impianti esistenti. Una situazione di apprensione che serpeggia da tempo tra i gestori. E ribadita nel corso dell’incontro dei giorni scorsi, organizzato da FAIB-Confesercenti Modena a riguardo, durante il quale è stato rinnovato l’impegno di proseguire nella raccolta delle firme, finalizzata a sensibilizzare automobilisti e cittadini.

Per Franco Giberti, presidente di FAIB-Confesercenti Modena, la situazione creatasi a Sassuolo – comune però ad altre realtà sempre sul territorio provinciale – è motivo per una più ampia riflessione. “Di fronte ad una rete italiana di distribuzione carburanti fortemente frammentata e che non ha eguali in Europa, con più di 24.000 impianti, dei quali oltre 250 nella sola provincia di Modena, c’è ancora la necessità di aprire nuove stazioni per la distribuzione carburanti? – chiede Giberti – Quando, stiamo assistendo all’abbandono da parte dell’industria petrolifera dell’Italia? Prima è stata la Shell, poi la cessione a pacchetto della Esso italiana, mentre altre compagnie stanno avviando, o hanno già avviato trattative, per cedere la rete. Senza contare poi, un ulteriore elemento di parecchia preoccupazione, rispetto all’apertura di nuovi impianti, soprattutto della GDO: e cioè, il progressivo calo dell’erogato medio (in Italia stimato in circa 980.000 litri) ben al di sotto degli indici di redditività media di quelli del resto d’ Europa”.

“Con questo, nessuno, sia chiaro, vuole prendere le difese delle multinazionali petrolifere – tiene ad evidenziare Giberti – Quanto piuttosto, quello delle piccole e medie imprese, rappresentate dai gestori, la cui remunerazione di pochi centesimi al litro, è regolata da leggi dello Stato che espressamente demandano alla contrattazione tra le parti. Riteniamo inoltre sia utile ricordare che i gestori, oltre al servizio agli automobilisti, garantiscono anche il presidio del territorio. Compreso quello importante relativo alla sicurezza in tante aree del Paese, e della nostra provincia; quegli stessi gestori che per fare posto all’automatizzazione, verrebbero estromessi forzatamente dagli impianti da una gestione della rete puramente economicista. La nostra associazione è da sempre favorevole ad una ristrutturazione e ad una pianificazione della rete di distribuzione carburanti, ma contraria ad aperture che, avulse da una programmazione seria e strutturata, sarebbero solamente causa di disequilibrio all’interno della rete distributiva medesima e del settore”.