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In Ungheria la quarta vittoria e la seconda doppietta dell’anno per la Ferrari


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E’ la quarta vittoria e la seconda doppietta dell’anno per Scuderia Ferrari, le numero 228 e 83 rispettivamente nella storia della squadra. Per Seb Vettel il settimo successo in rosso e il 46esimo in carriera, per tutti quelli che lavorano a Maranello il coronamento di uno sforzo immane, in una gara tutt’altro che facile nonostante la prima fila al via.
Tengono bene la posizione le due SF70H al via, con Kimi che si accoda a Seb, mentre dietro è bagarre e Ricciardo fora in una collisione. Daniel rimane in pista ed esce subito la safety car. Ci vuole tempo anche per pulire tracce di olio dall’asfalto. I primi cinque giri se ne vanno così. La ripartenza delle Ferrari è ottima, dietro ci sono Bottas, Verstappen (che però dovrà scontare 10” di penalizzazione per l’urto al compagno di squadra) e Hamilton. In questa fase, le due Rosse sono le vetture più veloci in pista, uniche a girare sotto 1’23”.

A un terzo di gara la situazione è invariata, se non per il fatto che le due macchine in testa stanno risparmiando prestazione. Poi Seb avvisa di un’anomalia al volante, che tende a ‘piegare’ a sinistra in rettilineo. Kimi si avvicina a poco più di un secondo. La Rossa n.5 va ai box alla fine del 32esimo giro, quando gli avversari dietro hanno già cambiato gomme. Via le Super, vanno su le Soft. Al giro successivo si ferma anche Kimi, che in uscita si ritrova subito dietro al compagno di squadra. I tempi vanno un po’ in altalena, anche per via del traffico in pista. Al 43esimo passaggio le due Rosse tornano al vertice, dopo la sosta ritardata di Verstappen. Dietro, le due Mercedes invertono le posizioni senza lottare. E si arriva a quindici giri dalla fine con tre monoposto racchiuse in due secondi. Seb allunga bene al giro 58, il suo miglior passaggio della gara. Kimi risponde a tono per tenere Hamilton fuori dalla zona DRS.
Gli ultimi giri sono allo spasimo, Seb non può usare le traiettorie come vorrebbe, ma continua a tener duro. Come Kimi subito dietro. E’ l’arrivo più bello, il premio per una squadra che sa di non dover mollare mai.