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Pavullo, Cgil e Spi: l’ospedale del Frignano necessita di investimenti, non di annunci


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Sul territorio del Frignano si sta discutendo in queste settimane la vicenda legata al futuro del punto nascite. Non è però secondario affrontare anche in modo più complessivo i temi che coinvolgono l’intero servizio ospedaliero di Pavullo. Questo si rende sempre più necessario se preso in considerazione il contesto in cui l’ospedale si inserisce: il dato anagrafico che evidenzia l’invecchiamento della popolazione, la difficoltà di collegamenti legati agli spostamenti in montagna, la necessità di dare “tranquillità” ai turisti che decidono di venire sul nostro Appennino.

Questa situazione impatta principalmente con il pronto soccorso, prima via di accesso in emergenza alla struttura ospedaliera. Ci sono forti problemi di accesso abbinati alla struttura interna non ottimizzata che pregiudica l’accoglienza del paziente. La copertura specialistica non è sufficiente per le esigenze dell’utenza territoriale ed è per questo motivo necessario il potenziamento con figure professionali specializzate nell’assistenza in emergenza e con il rinnovo delle attrezzature atte a fornire un adeguato supporto operativo.

Non può essere elusa l’evoluzione che il pronto soccorso dovrà subire perché sarà una reale risposta della struttura ospedaliera di Pavullo al bacino di utenza del Frignano. Utenza che naturalmente non usufruirà della struttura solo in emergenza, ma che ha la necessità di identificare nell’ospedale una garanzia sanitaria complessiva.

Questa impostazione non può prescindere da investimenti significativi più volte annunciati, ma che devono essere concretizzati con l’inizio dei lavori. L’adeguamento del pronto soccorso, l’ammodernamento delle sale operatorie, il potenziamento dell’area chirurgica, ortopedica e radiologica dovranno evidenziare l’effettiva volontà politica ed amministrativa di dare le risposte che a nostro avviso sono necessarie per tutto il territorio.

Ultimo, ma non per importanza, il Punto nascite del Frignano. La deroga richiesta dalla Regione Emilia-Romagna è un passaggio importante la cui riuscita è auspicabile nel rispetto dei criteri definiti a livello ministeriale per la sicurezza di mamma e neonato. Al contempo però non vorremmo che la forte pressione mediatica concentrata solo su questo tema pregiudichi l’importanza del tema più complessivo che attiene alla struttura ospedaliera di Pavullo.

(Cgil e Spi – Zona del Frignano)