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Agrinsieme Reggio: “Ceta è un buon accordo, che offre opportunità commerciali per il nostro agro-alimentare”


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“L’accordo di libero scambio tra l’Europa e il Canada (Ceta) è un buon accordo, frutto di compromessi com’è naturale per accordi di questo tipo, ma che sostanzialmente non intacca per nulla la nostra sicurezza alimentare né mette a rischio le nostre produzioni tipiche”. Lo afferma Agrinsieme di Reggio Emilia, il coordinamento composto da CIA, Confagricoltura, Copagri, Alleanza Cooperative Italiane dell’agroalimentare.

“Al contrario – secondo Agrinsieme -, può creare reali e interessanti opportunità commerciali alle aziende italiane che operano nell’agroalimentare e consentire a migliaia di produttori di latte, vino, ortofrutta, olio ed altre eccellenze di riuscire, attraverso cooperative e strutture aggregate, a creare un importante valore aggiunto alle loro produzioni proprio grazie alle vendite sul mercato canadese”.

“Chi oggi agita temi come la sicurezza alimentare e l’attacco alle produzioni tipiche – secondo Agrinsieme – o fa disinformazione, o è vittima di una visione manichea e chiusa dello sviluppo dello stesso settore”.

“”L’accordo che l’Europa ha siglato, dopo ben sette anni di negoziato, non ha visto alcun cedimento da parte dell’Unione Europea sulle nostre regole di sicurezza alimentare”, precisa il coordinatore Antenore Cervi. “È assolutamente infondato pensare che, all’indomani dell’entrata in vigore dell’accordo, nel nostro paese potranno essere commercializzati alimenti come la carne agli ormoni o prodotti con organismi geneticamente modificati; le importazioni dovranno essere conformi alle norme vigenti in Europa”.

Agrinsieme mette poi in evidenza che l’inclusione, nel capitolo relativo alla proprietà intellettuale del riconoscimento di una lista di indicazioni geografiche, seppur ad oggi limitata, rappresenta un principio innovativo rispetto all’approccio tradizionale del mercato internazionale, che potrà garantire standard di tutela delle produzioni di qualità maggiori rispetto allo status attuale. Concretamente significa che 41 prodotti Dop/Igp Made in Italy saranno finalmente protetti dalle imitazioni. Dopo oltre venti anni di divieti e sentenze, le denominazioni “Prosciutto di Parma” e “Prosciutto San Daniele” potranno essere utilizzate in Canada e rendere identità e valore alle nostre produzioni di punta, senza dimenticare che nella lista sono comprese tutte le specialità che hanno maggiore propensione all’export e ne rappresentano la gran parte del fatturato”.

“A favore dell’accordo – afferma il coordinatore di Agrinsieme – si sono espressi Aicig che rappresenta i consorzi di tutela, il Consorzio Parmigiano Reggiano che intravede la possibilità di un forte incremento di vendite, il consorzio del prosciutto di Parma che finalmente potrà andare su quel mercato con la denominazione originaria; inoltre l’Accordo, in sede europea, ha ottenuto l’approvazione all’unanimità del Copa-Cogeca (organizzazione europea di rappresentanza delle associazioni professionali agricole e delle cooperative agricole)”.

“A tale proposito – prosegue – saremmo molto curiosi di sapere come il presidente di un’organizzazione italiana oggi impegnata nel contrastare l’approvazione dell’accordo, in veste di vice presidente dello stesso Copa-Cogeca riesca a conciliare le due contrastanti prese di posizione”.

“Fondamentale – conclude – sarà una costante attività di vigilanza sull’applicazione dell’accordo Ceta, in particolare per i comparti più vulnerabili e particolarmente esposti alle crisi di mercato. E’ il caso del grano, uno dei temi che sta creando più allarmismi in questi giorni, ma vorremmo in primo luogo precisare che i dazi alle importazioni di grano duro dal Canada sono stati eliminati già da anni. L’entrata in vigore del trattato non rappresenta di fatto un mutamento sostanziale rispetto alle condizioni di ingresso di tale commodity nel nostro paese”.